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Ciclismo su pista, Elia Viviani: “Sono in buone condizioni per Tokyo. Il CT Villa ha creato un gran gruppo”

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Una conferenza stampa in preparazione alle olimpiadi, per la Nazionale Olimpica di ciclismo su strada. I giornalisti hanno avuto l’occasione per poter parlare con Elia Viviani, Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon, Jonathan Milan ed il CT Marco VIlla; il portabandiera ha monopolizzato l’incontro con la stampa, con le domande che sono state indirizzate soprattutto a lui.

Viviani, vincitore dell’oro nell’Omnium a Rio 2016, ha parlato del suo avanzamento verso il Giappone: “Dopo il Giro d’Italia ci siamo focalizzati sul lavoro in pista. Un po’ meno sull’omnium, ma più sull’inseguimento a squadre con i compagni. Arrivo diversamente a Tokyo: nel 2016 ero in modalità ‘tutto o niente’ per la delusione patita a Londra, mente oggi sono con una medaglia al collo, con il ruolo di portabandiera e un gruppo molto più forte alle spalle“.

Proprio sul gruppo si focalizza il velocista della Cofidis: “Non nasce adesso. Cinque anni fa sfiorammo la finale per il bronzo. Ispiriamoci al calcio: Mancini ha vinto un Europeo creando in primis un gruppo forte. Marco Villa ha creato una Nazionale assai folta, non aperta solo a coloro che vanno a Tokyo ma anche ad altri papabili; a San Pietroburgo dei nostri compagni hanno registrato tempi da Olimpiadi. Così facendo crei una competizione sana, alzi il livello di tutti“.

Alle Olimpiadi vorrà imporsi come uno dei protagonisti: “Sono stato fortunato che i Giochi si terranno quest’anno. Nel 2020 non ero al meglio, non riuscii mai ad essere al 100%, per me rimandarli è stata una fortuna. Arrivo in condizioni buone: al Giro stavo bene, anche se non ho vinto ho capito sulle strade italiane che avrei potuto lavorare bene per Tokyo. Quando partirò per Tokyo? Qualche giorno prima degli altri, visto che sono il portabandiera. La mia prima gara sarà 12 giorni dopo la cerimonia, potrò concentrarmi sugli allenamenti sperando di poter regalar grandi emozioni in questo stadio“.

Foto: LaPresse

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