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Ciclismo
Ciclismo su pista, Olimpiadi Tokyo: i favoriti gara per gara (uomini). Italia in lotta nell’inseguimento a squadre
Non solo strada. Sarà grande spettacolo per il ciclismo anche per quanto riguarda la pista alle Olimpiadi di Tokyo che scatteranno venerdì con la cerimonia d’apertura. Andiamo a scoprire nel dettaglio, gara per gara, a livello maschile, i favoriti per le medaglie.
INSEGUIMENTO A SQUADRE
Il quartetto, una delle prove più spettacolari ed ambite. L’Italia è in piena lotta per le medaglie guidata dalla sua stella Filippo Ganna. Gli azzurri sono reduci dal bronzo mondiale e dall’argento europeo, possono sicuramente giocarsi il podio. Tante però le squadre da tener d’occhio: dagli iridati e primatisti del mondo della Danimarca, passando per la Nuova Zelanda, fino ad arrivare a Gran Bretagna ed Australia.
SPRINT INDIVIDUALE
L’uomo più atteso è l’olandese Harrie Lavreysen, il grande favorito per la medaglia d’oro. Ha perso di brillantezza con il passare degli anni, ma ci riproverà il detentore del titolo, Jason Kenny (Gran Bretagna). In lotta per il podio anche Jeffrey Hoogland (Olanda), Mateusz Rudyk (Polonia) e Maximilian Levy (Germania).
TEAM SPRINT
Olanda che appare imbattibile, da capire quali squadre potranno provare ad avvicinarsi. Per il podio ci sono Nuova Zelanda, Francia, Gran Bretagna e Russia, corsa aperta.
KEIRIN
Ancora una volta tutti contro Harrie Lavreysen che sulla pista nipponica andrà a caccia della tripletta. Lanciano la sfida il padrone di casa Yuta Wakimoto, il malesiano Azizulhasni Awang, il teutonico Maximilian Levy ed il russo Denis Dmitriev.
MADISON
Disciplina molto spettacolare ma anche aleatoria. I Paesi con più tradizione sono Danimarca, Germania, Nuova Zelanda e Gran Bretagna. L’Italia può assolutamente dire la sua con la coppia formata da Elia Viviani e Simone Consonni.
OMNIUM
Qui l’Italia cala l’asso Elia Viviani, il detentore del titolo, conquistato con un’impresa straordinaria in quel di Rio de Janeiro. Non mancheranno i rivali: il candidato all’oro è il transalpino Benjamin Thomas, ma occhio anche a Jan-Willem van Schip (Olanda), Matthew Walls (Gran Bretagna) e Campbell Stewart (Nuova Zelanda).
Foto: Lapresse