Formula 1

F1, è l’anno buono per la Red Bull? Hamilton e la Mercedes indietro, ma tutt’altro che sconfitti

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L’era dei motori ibridi della Formula Uno si apriva ufficialmente con il Gran Premio d’Australia 2014. Da quel momento tutto il mondo è cambiato. No, non stiamo parlando a livello politico, ma stiamo pensando a quello che si è visto nelle piste in giro per il mondo. Un dominio incontrastato, mai visto prima, delle Mercedes. Lewis Hamilton, Nico Rosberg e Valtteri Bottas (con una fugace, ma significativa, apparizione di George Russell a Sakhir) hanno monopolizzato la scena a suon di pole position, vittorie, titoli piloti e titoli costruttori. Numeri che hanno riscritto la storia della massima categoria del motorsport, che hanno sottolineato come la scuderia di Brackley abbia interpretato nel migliore dei modi le nuove regole riguardanti le Power Unit per prendere un vantaggio che, spesso, è sembrato incolmabile.

Stagioni pressoché da percorso netto, se non per qualche eventuale inserimento dei vari Daniel Ricciardo, Max Verstappen. Sergio Perez, Charles Leclerc e Sebastian Vettel. Le Frecce Argento, poi divenute Frecce Nere, non hanno lasciato che le briciole agli avversari, distruggendoli fuori e dentro la pista. Un andamento inesorabile che, addirittura, in alcune occasioni ricordava da vicino il classico “giocare al gatto con il topo” con le Mercedes che vincevano senza nemmeno forzare al massimo, con monoposto che, con gomme hard, andavano più veloci del resto del gruppo quando montava le soft.

Tutto questo, durato la bellezza di 7 anni, viene messo in forte discussione proprio nel corso dell’ultimo anno della prima parte dell’era ibrida. Al termine di questo campionato 2021, infatti, la Formula Uno imboccherà la strada della nuova era tecnologica. Una vera e propria rivoluzione tecnica che, almeno sulla carta, potrebbe ribaltare ogni scenario in griglia, dato che le varie scuderie hanno potuto ridisegnare le proprie vetture partendo da un foglio bianco. Letteralmente.

In questa annata, invece, abbiamo assistito a 9 gare nelle quali è stata proprio la Red Bull a lasciare la migliore impressione. Dopo un inizio con il vento in poppa, la RB16B ha vissuto qualche gara non scintillante, salvo poi cambiare marcia in maniera notevole dopo il Gran Premio di Spagna. Un filotto di risultati (impreziosito dalla nettissima doppietta del Red Bull Ring) che ha messo in mostra una vettura ai limiti della perfezione.  Che andasse forte nelle curve già si sapeva, ma quello che impressiona è l’efficacia sul dritto. La Red Bull edizione 2021, sia per conformazione che per Power Unit, fa la voce grossa anche con la Mercedes, risultando imprendibile. Se, a tutto questo, aggiungiamo anche un ottimo comportamento con gli pneumatici (e con ogni tipo di mescola) si rischia davvero di vedere messa la parola “fine” allo strapotere del team di Brackley in Formula Uno.

Già, la scuderia capitanata da Toto Wolff. Una squadra poco incline a lasciare spazio ai rivali, figuriamoci a perdere senza combattere. Ecco, toglietevi dalla testa che ciò possa avvenire. La Mercedes combatterà, come ha annunciato lo stesso team principal austriaco, e lo farà fino all’ultima gara della stagione. Per il momento il “Re Nero” sta estraendo il massimo possibile dalla sua W12 e prova a limitare i danni nei confronti dello scatenato Max Verstappen. Il sette volte campione del mondo sa perfettamente che la sua Freccia Nera potrà tornare a dominare su altri tipi di tracciato e con gli aggiornamenti giusti. Nessuno a Brackley, e nemmeno alla casa-madre di Stoccarda, ha la minima intenzione di lasciarsi sfuggire i due titoli senza combattere. Max Verstappen e la Red Bull sono avvertiti. Ma, ne siamo certi, loro sono i primi a sapere che i rivali renderanno loro la vita complicata…

Foto: LPS Florent Gooden

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