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F1, GP Ungheria 2021. Numeri, statistiche, curiosità. Lewis Hamilton punta allo storico record del 9° successo

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Ultimo atto prima della pausa estiva per il Mondiale di Formula Uno. Nella giornata di domenica 1° agosto, il Circus sarà di scena all’Hungaroring, dove si disputerà il Gran Premio d’Ungheria. L’appuntamento è passato alla storia della F1 come l’unico a essere organizzato oltrecortina durante la Guerra Fredda, seppur nella sua fase ormai crepuscolare. Il GP alle porte ha diversi temi d’interesse riguardo sia all’annata in corso che a potenziali primati assoluti.

Il GP di Ungheria viene inserito per la prima volta in calendario nel 1986 e rappresenta un avvenimento di portata epocale. Infatti, per la Formula 1 disputare una gara in terra magiara significa far breccia nel blocco comunista. Bernie Ecclestone culla il sogno di portare il Circus oltrecortina sin dall’inizio degli anni ’80 e, ancora in piena Guerra Fredda, intavola trattative per un potenziale Gran Premio dell’Unione Sovietica su un tracciato cittadino a Mosca. Il progetto si rivela di difficile realizzazione, perciò il vulcanico uomo d’affari ripiega sull’Ungheria, geograficamente molto vicina all’Europa Occidentale e governata da un regime di mentalità più aperta rispetto a quello sovietico.

Così, si giunge a un accordo e viene edificato un autodromo a una ventina di chilometri da Budapest. Il GP è un successo immediato, poiché ungheresi, polacchi, cecoslovacchi e tedeschi dell’Est si riversano in massa sull’Hungaroring, allo scopo di assistere dal vivo a un GP di Formula 1. Nella seconda metà degli anni ’80 il Gran Premio magiaro viene così benedetto da autentici bagni di folla, poiché per molti appassionati rappresenta l’unica occasione di presenziare in loco a una gara del Circus. Con l’avvento degli anni ’90, l’apertura delle frontiere conseguente al crollo dell’impero comunista fa venire meno il pubblico oceanico, tuttavia il Gran Premio d’Ungheria rimane una presenza fissa in calendario e non manca mai l’appuntamento con la Formula 1, neppure in tempi di Covid-19. Il palcoscenico è sempre rimasto l’Hungaroring, solo leggermente modificato nel corso degli anni. Il circuito, già tortuoso di per sé, ha come marchio di fabbrica una superficie molto sporca e scivolosa, che rende ancora più complicato sorpassare.

VITTORIE
Il pilota più vincente in assoluto è Lewis Hamilton, capace di imporsi ben 8 volte (2007, 2009, 2012, 2013, 2016, 2018, 2019, 2020). Questo significa che il britannico ha un appuntamento con la storia, poiché potrebbe diventare il primo pilota di sempre a conquistare 9 diverse edizioni dello stesso Gran Premio. Sinora, la quota degli 8 successi nella medesima gara è stata raggiunta solo da Michael Schumacher in Francia e dallo stesso Hamilton anche in Canada e in Gran Bretagna. Riuscirà il trentaseienne inglese a spingersi dove nessuno è mai arrivato?
Peraltro, proprio nel 2020, Lewis è stato in grado di sfatare un tabù legato al GP d’Ungheria. Prima di lui non c’era stato uomo capace di primeggiare per 3 anni di fila a Budapest. Il britannico, che andrà alla caccia della quarta affermazione consecutiva, cercherà pertanto di alzare ulteriormente l’asticella.
Comprendendo Lewis, sono quattro i piloti in attività ad aver già vinto all’Hungaroring. Si tratta di Sebastian Vettel (2015, 2017),  Fernando Alonso (2003), Kimi Räikkönen (2005) e Daniel Ricciardo (2014).
Nessun italiano è mai stato in grado di primeggiare in Ungheria. Anzi, persino i podi sono merce rara in questo contesto. Solamente Riccardo Patrese è riuscito a issarsi nella top-three. Il padovano si è piazzato al terzo posto nel 1991 e in seconda posizione nel 1993.
Sul fronte dei team, la scuderia più vincente in assoluto è la McLaren, impostasi in ben 11 occasioni. Tre volte con Ayrton Senna (1988, 1991, 1992) e con il già citato Hamilton (2007, 2009, 2012); in due occasioni con Mika Häkkinen (1999, 2000), mentre hanno trionfato in una singola annata Räikkonen (2005), Heikki Kovalainen (2008) e Jenson Button (2011). La Ferrari ha ottenuto 7 affermazioni, tante quante quelle della Williams. Infine, tra le squadre attualmente impegnate in Formula 1, hanno già vinto anche Mercedes (5 volte) e Red Bull (2).

POLE POSITION
Guardando alle pole position, si scopre come la graduatoria sia comandata ex aequo da Michael Schumacher e Lewis Hamilton, capace di ottenere 7 partenze al palo a testa. Il tedesco è partito davanti a tutti nel 1994, 1996, 1997, 2000, 2001, 2004 e 2005; il britannico invece lo ha fatto nel 2007, 2008, 2012, 2013, 2015, 2018 e 2020. Ciò significa che il trentaseienne inglese potrebbe scavalcare il teutonico e diventare il primo a toccare quota 8.
Comprendendo Hamilton, sono quattro i piloti attualmente in attività ad aver già realizzato almeno  una pole position a Budapest. A Lewis si aggiungono Sebastian Vettel (2010, 2011, 2017); Fernando Alonso (2003, 2009); Kimi Räikkönen (2006) e Max Verstappen (2019).
Le pole italiane sull’Hungaroring sono due. Entrambe portano la firma di Riccardo Patrese, risultato il più veloce in qualifica sia nel 1989 che nel 1992.
Guardando alle squadre, la graduatoria è capitanata ex aequo dalla Ferrari e dalla McLaren, che hanno realizzato 8 pole position a testa. Tra i costruttori attualmente impegnati in Formula Uno, anche Williams (6), Mercedes (6) e Red Bull (3) vantano almeno una partenza al palo nel GP d’Ungheria.

PODI
Sul fronte dei podi è interessante constatare come i piloti con il maggior numero di top-three (9) siano Lewis Hamilton e… Kimi Räikkönen! Il finlandese avrà anche vinto una volta sola, ma ha concluso ben sei edizioni al secondo posto (2003, 2007, 2009, 2012, 2013, 2017) e due volte al terzo (2008, 2018)! La dinamica è davvero curiosa se si pensa che il GP d’Ungheria è, di fatto, quello di casa per i piloti finnici. Infatti sin dagli albori della gara, gli spettatori provenienti dalla Finlandia sono sempre stati numerosissimi. Per quanto riguarda Hamilton, bisogna aggiungere la terza piazza del 2014 ai suoi otto successi.
Complessivamente, sono sette i piloti in attività a vantare almeno un piazzamento nella top-three a Budapest:
9 (8-0-1) – HAMILTON Lewis
9 (1-6-2) – RÄIKKÖNEN Kimi
7 (2-2-3) – VETTEL Sebastian
5 (1-2-2) – ALONSO Fernando
3 (1-0-2) – RICCIARDO Daniel
2 (0-2-0) – VERSTAPPEN Max
2 (0-0-2) – BOTTAS Valtteri

PILLOLE
– Solamente due piloti hanno vinto con due team diversi. Parliamo, ovviamente dei “soliti noti” Michael Schumacher e Lewis Hamilton. Il tedesco ha primeggiato una volta con la Benetton (1994) e tre con la Ferrari (1998, 2001, 2004). Invece il britannico ha collezionato tre affermazioni con la McLaren (2007, 2009, 2012) e cinque con la Mercedes (2013, 2016, 2018, 2019, 2020).
– È risaputo come Budapest sia un tracciato dove sorpassare è difficilissimo. Dunque la qualifica è generalmente determinante, come dimostrato dai seguenti numeri:
– In 16 occasioni (45,7%) il vincitore è partito dalla pole position.
– In 6 occasioni (17,1%) il vincitore è partito dalla seconda posizione.
– In 9 occasioni (25,7%) il vincitore è partito dalla terza piazza.
– Al di là del fatto che nell’88,6% dei casi il vincitore sia partito tra i primi tre, non è un caso che i successi ottenuti da chi ha occupato la terza casella di partenza siano più numerosi di quelli di chi è scattato secondo. Storicamente la pista è molto sporca al di fuori della traiettoria ideale, che sul rettifilo principale passa proprio sulle caselle dispari, le quali godono quindi di un grip superiore rispetto a quelle di destra. Vige, quindi, il broccardo “qualificarsi terzi è meglio di partire secondi”.
– Solamente due volte il vincitore non è scattato tra i primi quattro. L’inconsueto evento si è verificato nel 1989 con Nigel Mansell (qualificatosi 12°) e nel 2006 con Jenson Button (partito dalla 14ma casella).

Foto: La Presse

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