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Formula 1

F1, la coperta della Ferrari è corta. O si punta sulla qualifica, o sulla gara. Così è dura stare davanti alla McLaren

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La Ferrari esce dal Gran Premio di Austria con il posto di Carlos Sainz e l’ di Charles Leclerc. Un risultato molto simile rispetto a quello di settimana scorsa, quando i due piloti avevano concluso rispettivamente sesto e settimo. In altre parole, i punti raccolti sono stati i medesimi del GP di Stiria, ovvero 14. La differenza è che il 27 giugno la McLaren ne aveva marcati 10, mentre ieri ne ha messi a referto ben 21. Ciò significa che il team di Woking è risalito a +19 nel Mondiale costruttori, ottenendo il massimo vantaggio da inizio stagione.

Via, siamo onesti al 100% per oggi, perché generalmente si cerca anche di “vendere l’aspirapolvere”. Quindi, se si dovesse scrivere il solito articolo, si dovrebbe dire che comunque la Scuderia di Maranello ha dato filo da torcere alla McLaren, che il passo gara è stato incoraggiante e che questo è il Cavallino Rampante in grado di contendere la terza posizione nella graduatoria iridata riservata alle squadre. Tutto vero e tutto giusto, con un “però” grande come una casa. Le Rosse inseguono le monoposto color papaia da inizio anno e il braccio di ferro sta venendo perso. Fortunatamente Daniel Ricciardo non riesce a esprimersi a livelli comparabili a quelli di Lando Norris, altrimenti la situazione sarebbe ben più sbilanciata.

Il britannico ha già all’attivo tre podi (contro uno solo dei ferraristi) e si sta giocando il terzo posto nel Mondiale piloti con Sergio Perez e Valtteri Bottas, dotati rispettivamente di una Red Bull e di una Mercedes. L’australiano, invece, deve ancora mettere il naso nella top-five di un Gran Premio. Se il trentaduenne di Perth fosse a suo agio con la MCL35M, non ci sarebbe partita. Il match, invece, è ancora aperto proprio in virtù degli affanni dell’esperto aussie. Ferrari insegue, signori, questa è la realtà dei fatti. E sta perdendo terreno per una ragione molto semplice. Ciò che il double header austriaco ci ha mostrato con chiarezza è che la coperta rossa è corta.

Già, perché nelle prime fasi della stagione la Scuderia di Maranello risultava decisamente più competitiva in qualifica che in gara. A Spielberg, invece, la tendenza si è ribaltata. Il Cavallino Rampante ha faticato sul giro secco, ma è diventato più solido sul long-run. Possibile una metamorfosi del genere tra il GP di Francia e quello di Stiria, poi confermata anche da quello d’Austria? Possibile che il Red Bull Ring abbia stravolto le caratteristiche della vettura?

Sinceramente, appare difficile crederlo. L’impressione è che la spiegazione debba essere ricercata altrove, ovvero nella scelte fatte in tema di assetto. La sensazione è che la debacle del Paul Ricard sia stata da lezione per la Ferrari, che ha capito come la SF21 non riesca a essere competitiva allo stesso modo sia in qualifica che in gara. Lo può essere in uno dei due contesti, ma non in entrambi. In questo senso la coperta è corta, bisogna decidere quale lato lasciare al freddo e quale invece riparare nel momento in cui si sceglie l’assetto.

In queste condizioni sarà dura sfidare la McLaren sul lungo periodo, soprattutto perché lo sviluppo della monoposto non verrà certo portato avanti più di tanto. Giusto concentrarsi sul 2022. A tal proposito, bisogna essere onesti una seconda volta. Terzi o quarti nel Mondiale costruttori, fa poca differenza. Ciò che conta è rivedere il Cavallino Rampante lottare per il titolo il più presto possibile.

Foto: La Presse

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