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Ginnastica artistica, Olimpiadi 2021: l’Italia delle Fate, serve una magia mondiale. E Vanessa Ferrari… L’analisi delle convocate

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L’Italia era entrata in una nuova dimensione ai Mondiali 2019, quando conquistò una storica medaglia di bronzo nella gara a squadre. Nella prova che misura la forza del movimento di un’intera Nazione, il Bel Paese era riuscito addirittura a salire sul podio alle spalle delle corazzate USA e Russia, mettendo a tacere la blasonata Cina, ma anche Francia, Gran Bretagna e le altre grandi del Pianeta. Il calendario recitava 8 ottobre 2019, la ginnastica artistica femminile toccava con mano il miglior risultato della sua storia nella kermesse iridata (parlando di team event, discorso a parte meritano le gesta individuali di Vanessa Ferrari) e le azzurre si lanciavano di gran carriera verso le Olimpiadi di Tokyo 2020.

L’obiettivo era chiaro: ripetere quel risultato ai Giochi ed entrare nella leggenda, visto che l’unica medaglia a cinque cerchi è l’argento a squadre di Anversa 1924. Le ragazze del DT Enrico Casella erano convinte e sicure dei propri mezzi, erano nel pieno del proprio vigore tecnico e agonistico, l’evento sportivo più importante era distante soltanto una decina di mesi e ci si poteva arrivare di gran carriera. Ma esplode la pandemia, le Olimpiadi vengono rinviate di un anno, gli equilibri si spostano, arrivano anche gli infortuni e una serie di sfortune che complicano terribilmente la vita all’Italia. Le Olimpiadi di Tokyo 2021 inizieranno il prossimo 23 luglio, le azzurre sperano di essere protagoniste e di fare saltare il banco, ma la marcia di avvicinamento è stata decisamente travagliata e non sarà semplice ripetere quanto fatto ormai due anni fa a Stoccarda.

La composizione del quartetto è stata sostanzialmente forzata. Enrico Casella non ha potuto contare su Elisa Iorio e Desiree Carofiglio, infortunatesi lo scorso anno e il cui percorso di recupero non è ancora completato in maniera ottimale. Selezione quasi obbligata, anche se si tratta a tutti gli effetti della migliore Nazionale possibile. Giorgia Villa è un’eccellente all-arounder, ha nelle gambe ottimi esercizi a trave e parallele, si difende al corpo libero e ha la giusta personalità per guidare il gruppo. Alice D’Amato si distingue per il suo spessore sugli staggi e per il doppio avvitamento di lusso al volteggio, praticamente gli stessi punti di forza della gemella Asia. Martina Maggio è cresciuta esponenzialmente nell’ultimo periodo, è validissima sul giro completo ed è molto solida.

I punti interrogativi più sostanziali riguardano l’effettiva forma di Asia, che ha gareggiato pochissimo quest’anno, e il recupero di Martina dal piccolo crac patito nella Finale Scudetto (sembra ampiamente recuperato). La gara a squadre adotta il format 4-4-3 in qualifica e il 4-3-3 in finale: il quartetto è decisamente omogeneo ed equilibrato, anche se chiaramente trave e corpo libero sono i nostri talloni d’Achille (ma attenzione ai 10 cm di Giorgia, che potrebbe essere anche da finale se fosse impeccabile). Si tratta di quattro esordienti ai Giochi, dunque l’emozione si farà sentire e non sarà semplice centrare la finale a squadre, anche perché si partirà dalla prima suddivisione. Se ci si dovesse qualificare, però, potrebbe succedere di tutto, come ai Mondiali 2019, quando si passò il taglio per una manciata di decimi e poi ci si mise al collo una medaglia.

Avremo un quadro più dettagliato sulla forma e sul potenziale delle azzurre al termine dei Campionati Italiani Assoluti, in programma al PalaVesuvio di Napoli nel weekend del 10-11 luglio. Sarà un test importante per comprendere davvero il potenziale di questo gruppo e per cercare di intuire se ci si può presentare nel Sol Levante con alcune velleità, che non sono rappresentate solo dall’obiettivo di squadra ma anche da alcune chance a livello individuale. Due azzurre possono sicuramente entrare nella finale sul giro completo (ma la medaglia è decisamente difficile), Villa e Maggio possono avere delle possibilità alla trave, attenzione alla stessa bergamasca e alle due gemelle sugli staggi.

E poi c’è Vanessa Ferrari, alla quarta Olimpiade della carriera e iscritta col pass nominale conquistato attraverso la Coppa del Mondo. Si era parlato di un possibile inserimento nel quartetto, ma alla fine si è deciso di farla gareggiare in maniera autonoma, con un unico grande obiettivo: conquistare la tanto agognata medaglia a cinque cerchi. Si punta tutto sul corpo libero: il suo esercizio ha importanti potenzialità, servirà la prestazione impeccabile per inseguire un sogno. Alla bresciana non è precluso davvero nulla e dopo tanti sacrifici fatti meriterebbe davvero la consacrazione imperitura. Non la vedremo nel fine settimana agli Assoluti, il mirino è puntato dritto su Tokyo.

Foto LiveMedia/Filippo Tomasi

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