Nuoto
Nuoto, Gregorio Paltrinieri: “Ho un cuore troppo grande. Ero un dio, poi i sogni si erano sgretolati”
Gregorio Paltrinieri ha firmato un’impresa memorabile e ha conquistato una spettacolare medaglia d’argento sugli 800 metri alle Olimpiadi di Tokyo 2021. Il carpigiano era uno degli uomini più attesi dell’intera spedizione azzurra ai Giochi, ma ha dovuto fare i conti con la mononucleosi negli ultimi mesi e sembrava decisamente fuori forma, tanto che aveva rischiato di rimanere fuori dalla finale appena un paio di giorni fa quando aveva faticato terribilmente a trovare la bracciata giusta nella prova in cui è il Campione del Mondo in carica.
Il 26enne si era qualificato all’atto conclusivo con l’ultimo tempo utile e sembrava non avere chance di salire sul podio a cinque cerchi, ma all’improvviso il nostro portacolori si è ridestato, nuotando in maniera divina e agguantando un secondo posto da brividi. Greg ha addirittura sfiorato il trionfo, lo statunitense Robert Finke (inatteso alla vigilia) era ad appena 24 centesimi e si poteva davvero sognare l’apoteosi completa. Indubbiamente una bella iniezione di fiducia in vista dei 1500 metri (dove cercherà di bissare il titolo di Rio 2016) e dei 10 km in acque libere.
Gregorio Paltrinieri si mette l’argento al collo con l’ottimo tempo di 7:42.11 e poi palesa la sua soddisfazione ai microfoni della Rai: “Parlare di miracolo è poco, non ci avrei scommesso neanche io. Ma stavolta ci ho messo il cuore. È bellissimo, oggi ero un’altra persona rispetto alla batteria, con un’altra mentalità, un’altra cattiveria e voglia di gareggiare. Me la sono vissuta al meglio. Dopo la mononucleosi ho avuto paura di tutto. Ero un dio, vincevo tutto, mi sono dovuto fermare un mese e ricominciare dal basso. Un mio carissimo amico ieri sera mi ha scritto: queste finali si fanno col cuore, non con la testa. Ho seguito il suo consiglio. Io forse ero caduto troppe volte nella mia vita nell’errore di voler programmare tutto. Avevo messo troppa testa, troppi pensieri confusi, ma queste finali si vincono col cuore. Gli altri potranno star meglio di me fisicamente e preparare meglio la gara tatticamente, ma il cuore che ci metto io è troppo“.
Foto: Lapresse