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Nuoto, Nicolò Martinenghi non è più l’eterna promessa, ma una solida realtà

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Non più l’eterna promessa, ma una solida realtà. Nicolò Martinenghi ce l’ha fatta, ha vinto la sua sfida nella piscina olimpica di Tokyo: un bronzo dal sapore dolcissimo e storico nei 100 rana. Era da 21 anni che un nuotatore azzurro non riusciva a spingersi a tanto e il riferimento è chiaramente a Domenico Fioravanti (oro a Sydney).

Nicolò, mettendo insieme una prestazione impeccabile, ha ottenuto il massimo possibile viste le sue attuali possibilità. Il britannico Adam Peaty e l’olandese Arno Kamminga l’hanno preceduto, ma il 58″33 è stato sufficiente per essere nella top-3. L’azzurro quindi è riuscito a scrollarsi quell’etichetta di eterno incompiuto che troppe volte aveva dovuto digerire mal volentieri.

In questa circostanza perplessità e dubbi sono stati dissipati dalla sua nuotata. Un atleta maturo e consapevole il lombardo che dalle cadute ha saputo rialzarsi, reagendo alle problematiche fisiche che in troppe circostanze ne hanno impedito la definitiva esplosione. Ebbene, questa c’è stata nell’anno più importante e nella circostanza che conta maggiormente. Con un duro lavoro fisico e mentale, Nicolò ha messo insieme i vari pezzi del suo puzzle.

L’Italia ha un ranista di grande valore e il suo nome si chiama Nicolò Martinenghi.

Foto: LaPresse

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