Nuoto

Nuoto, Olimpiadi di Tokyo: Ryan Murphy accusa la Russia. “Ho quindici pensieri nella testa, tredici possono mettermi nei guai”

Pubblicato

il

Le due medaglie d’oro del nuotatore russo Evgenij Rylov alle Olimpiadi di Tokyo 2020, quella nei 100 metri dorso maschile e soprattutto quella nei 200 metri dorso andata in scena la notte scorsa, non sono andate particolarmente a genio allo statunitense Ryan Murphy, argento nella seconda gara citata davanti al britannico Luke Greenbank, medaglia di bronzo.

L’atleta di Jacksonville infatti, al termine della prova, si è lasciato andare a un commento decisamente pesante rivolto ai colleghi del nuoto russi presenti in Giappone: “Ho almeno quindici pensieri in testa, tredici dei quali mi possono mettere nei guai. Cerco di non farmi coinvolgere eccessivamente, ma è veramente dura per me andare avanti tutto l’anno sapendo che la mia gara probabilmente non è pulita“. Un palese riferimento al doping, a causa del quale tra l’altro la Russia ha ricevuto come sappiamo una squalifica, motivo per cui gareggia in questa occasione (così come accadrà alle Olimpiadi Invernali di Pechino 2022) senza la propria bandiera.

A fare da risonanza all’americano ci ha pensato inoltre Greenbank, sempre dopo la prestazione: “È frustrante sapere che è in corso un programma di doping sponsorizzato da uno Stato e che non si fa più nulla per affrontarlo“. Per sedare in qualche modo le polemiche, Murphy nelle scorse ore ha tenuto a precisare che le sue parole non si riferivano direttamente a Rylov, mai coinvolto nelle indagini, ma alla presenza generale della spedizione del nuoto russa, in questo momento già in possesso di ben cinque medaglie.

Ma lo strascico dello scandalo-doping va avanti ormai da parecchio tempo. Appena due giorni fa ad esempio il tennista Daniil Medvedev, nella conferenza stampa post vittoria contro Fabio Fognini, ha cacciato infastidito un giornalista spagnolo, il quale gli aveva domandato se i russi sentissero in qualche modo lo stigma di essere considerati degli imbroglioni. Delle accuse che, certamente, non si consumeranno in breve tempo.

Foto: LaPresse

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version