Nuoto
Nuoto, Olimpiadi Tokyo. L’argento della 4×100 stile libero: quei bravi ragazzi hanno riscritto la storia!
Quei bravi ragazzi! Già, perché sono quattro bravi ragazzi quelli che questa notte hanno riscritto la storia del nuoto italiano, tanto per sfatare il luogo comune dei velocisti un po’ “pazzerelli”. Sono bravi ragazzi che hanno costruito un sogno che, dopo il bronzo europeo di maggio, sembrava destinato a rimanere tale perché la Russia sembrava inarrivabile e perché USA ed Australia, per tradizione, sono le regine di questa specialità. Invece i “bravi ragazzi” hanno cambiato in due giorni il corso della storia: hanno sbriciolato due volte il record italiano e si sono inseriti nella battaglia per l’oro in una specialità che all’Italia, nonostante i tanti interpreti del passato recente (Magnini, Dotto, Orsi tanto per fare qualche nome tra chi si è tolto grandi soddisfazioni a livello internazionale), aveva sempre detto maluccio a livello olimpico.
Il più pazzerello è quello meno “velocista” di tutti, Thomas Ceccon, che tutto avrebbe pensato qualche anno fa tranne che vincere la sua medaglia olimpica in una 4×100 stile libero, lui che gli stili li mastica tutti, lui a cui tutti hanno appioppato troppo presto l’etichetta di “promessa mancata” solo perché ha scelto di non fare i 200 misti. Thomas Ceccon ha preso qualche schiaffo nelle prime uscite internazionali in carriera e ha saputo farne tesoro, è cresciuto, maturato, ha preso consapevolezza nei proprio mezzi e ascolta solo se stesso e il suo tecnico Alberto Burlina. “Voglio diventare un grande protagonista dei 100 stile libero” aveva dichiarato a durante il lockdown. Qualcuno lo aveva guardato storto ma lui non si è fatto intimorire. Ha lavorato duramente e ha dimostrato che in futuro faranno molto bene tutti ad ascoltarlo e a supportarlo questo enfant prodige che oggi, finale dei 100 dorso compresa, è diventato grande, anzi è diventato “un grande” del nuoto mondiale.
E’ un bravo ragazzo Alessandro Miressi, torinese taciturno e austero, poco incline alla risata ma, si dice, scherzoso e divertente tra amici e in squadra azzurra. Mai una parola fuori posto, mai un’emozione negativa nascosta, mai un’emozione positiva ostentata. Le spavalderie le lascia ad altri e lui si prende la sostanza. Da due mesi e mezzo a questa parte, dagli Europei di Budapest, ha cambiato marcia. Quel “sotto 48 secondi” che inseguiva da quasi tre anni, ora arriva con frequenza e continuità ed è diventato un “sotto 47″5”. Oggi ha commesso qualche errore tattico e ha pagato anche lui dazio alla sequenza serata-mattina che sta mettendo in difficoltà il 75% degli atleti in gara a Tokyo (a letto tardi, sveglia prestissimo e stanchezza diffusa quando conta), eppure ha nuotato in 47″7 con un Dressel indecifrabile tatticamente a fianco che poteva mandare in tilt chiunque con quella partenza a razzo. Anche Miressi sta completando la sua maturazione: ha fisico e testa e ha iniziato a riscrivere la storia.
E’ un bravo ragazzo Lorenzo Zazzeri, “Zazzart” per gli amici, perché di arte si occupa, in particolare di pittura. Ha già tenuto una mostra personale, ha mille interessi fuori dal nuoto, a tal punto che tutti avevano paura che si dedicasse ad altro ma la passione e il suo lavoro sono questi e lo resteranno per tanto tempo dopo oggi. Ha vissuto momenti complicati, soprattutto nel 2019 quando in tanti andavano più forte di lui e sembrava destinato a bloccarsi sul gradino dell’eccellenza e invece ha preparato l’anno olimpico con una meticolosità ed un’attenzione quasi maniacali. A Riccione era andato più forte nei 50 rispetto ai 100 ma si vedeva che era in crescita e l’estate ha portato l’ennesimo salto di qualità. Con 47″5 lanciato può anche aspirare a risultati importanti a livello individuale anche se la concorrenza interna non manca di certo. Decisivo nella conquista della medaglia d’argento con una terza frazione da favola.
E’ un bravo ragazzo anche Manuel Frigo, altro veneto volante. Ha la chiara espressione di chi è destinato a subire gli scherzi dei compagni di squadra e magari non reagisce neanche, perché? Perché è un bravo ragazzo che stanotte (italiana) ha avuto l’occasione della vita e l’ha sfruttata perché entrare in acqua con vantaggio su Canada e Australia nella finale olimpica staffetta 4×100 e con la possibilità di conquistare una medaglia nobile, metterebbe ansia a chiunque e magari può far saltare meccanismi oliati. ma non a Manuel Frigo che, per mantenere fede al suo cognome, è rimasto freddo, non si è fatto prendere dalla tensione e toccando per secondo ha realizzato il sogno dei bravi ragazzi.
Una sola parola a nome di tutti gli appassionati: grazie!
Foto: LaPresse