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Nuoto, Olimpiadi Tokyo 2021: le speranze di medaglia dell’Italia. Tante carte, ma c’è l’incognita Paltrinieri

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Alla luce dei fatti il rinvio di un anno dei Giochi Olimpici, al di là delle tragiche motivazioni, potrebbe essersi rivelato un mezzo disastro per il nuoto azzurro. Tanto del successo della spedizione azzurra in Giappone girava attorno a Gregorio Paltrinieri che avrebbe dovuto puntare al tris d’oro o comunque da podio negli 800, di cui è campione mondiale in carica, nei 1500, di cui è campione olimpico uscente e nella 10 km in acque libere. Un anno fa Paltrinieri era talmente in forma che fu capace di stabilire il secondo crono all time al mondo al Sette Colli di agosto, mentre quest’anno rischia di sparire dalla lista dei grandi favoriti a causa di una mononucleosi che sta ogni giorno di più minando le sue certezze.

Paltrinieri ci proverà fino all’ultimo giorno a presentarsi a Tokyo nella migliore condizione possibile ma inutile dire che i piani sono compromessi e che forse qualche possibilità le può avere nelle acque libere, sia perchè il ritmo di gara sarà per gran parte più abbordabile, sia perchè la gara è fissata dieci giorno dopo rispetto all’inizio delle sfide in piscina, dove solo un Paltrinieri all80% può sperare di finire magari alle spalle dei due atleti che assieme a lui hanno dominato le specialità più lunghe nell’ultimo quinquennio, il tedesco Wellbrock e l’ucraino Romanchuk. La permanenza in altura di queste settimane darà il verdetto su quale Paltrinieri si potrà vedere a Tokyo.

Le speranze di medaglia, per l’Italia, sono aggrappate alle star del Mondiale di Gwangju che portò alla spedizione azzurra ben 24 posti in finale e otto medaglie. Gabriele Detti (bronzo nei 400 sl), Federica Pellegrini (oro nei 200 stile sl) e Simona Quadarella (oro nei 1500 sl e argento negli 800 sl) rappresentano grandi possibilità. Detti finora ha deluso. A Riccione ad aprile la migliore gara dell’anno, poi le prestazioni non all’altezza delle aspettative di Budapest prima (dove comunque un bronzo negli 800 è arrivato) e del Settecolli poi. Deve arrivare un cambio di passo importante che non è impossibile per un campione della sua portata e se arriverà a Tokyo in forma tutto è possibile in una gara che ha tanti pretendenti ma non un padrone assoluto come i 400 e negli 800.

Federica Pellegrini affronta la sua quinta Olimpiade, nessuno le chiede nulla, se non la conquista storica della quinta finale consecutiva nella stessa gara, impresa mai riuscita a nessuna finora. Una volta in finale, però, la Divina potrebbe diventare un fattore perchè la più esperta del lotto e capace, nelle gare che contano, anche negli ultimi quattro anni, di trovare la zampata vincente. La forza della tranquillità potrebbe essere il “plus” per la campionessa veneta.

Simona Quadarella ha mostrato di essere sulla strada giusta per tornare a giocarsela alla pari con le giganti mondiali delle specialità più lunghe. Nei 1500 stile libero è una delle tre favorite per un posto sul podio, negli 800 ci sarà da lottare perchè Ledecky e Titmus sembrano di un altro pianeta, almeno sulla carta ma nulla è impossibile per la mezzofondista romana che, con un titolo e altri due podi mondiali, e da imbattuta con sei ori consecutivi nelle ultime due edizioni degli Europei, è incredibilmente al debutto olimpico: dato che sta a certificare la sua gioventù.

A oggi, però, due sono le carte da medaglia con maggiori possibilità e con il supporto dei numeri per la spedizione italiana: Federico Burdisso nei 200 farfalla ha il secondo tempo al mondo e soprattutto ha un modo di approcciare le gare che può dare fastidio a qualsiasi avversario che non si chiami Milak, destinato a fare una gara a parte. L’azzurro è secondo in Europa e l’impressione è che possa migliorarsi ulteriormente nella gara più importante. Margherita Panziera, nei 200 dorso, ha una grande occasione. L’assenza di Regan Smith, che a Gwangju scombinò i piani della veneta, arrivata in Corea da favorita e uscita con un quarto posto deludente, ha aperto prospettive molto interessanti per l’azzurra che se riuscirà a migliorarsi potrebbe finalmente completare l’inseguimento ad un grande risultato a livello internazionale.

Grandi soddisfazioni per l’Italia del nuoto potrebbero arrivare dalla rana. In campo maschile tutte le speranze sono riposte nella crescita ormai esponenziale di Nicolò Martinenghi che scende in vasca da quarto al mondo all time in un 100 rana dove saranno al via i cinque migliori interpreti di tutti i tempi. Il varesino arriva dal quarto posto europeo ma poi al Settecolli ha strabiliato con il nuovo record italiano. Per il podio ci sarà anche lui. In campo femminile le carte da medaglia potrebbero essere addirittura due, Martina Carraro, che è salita negli ultimi tre anni su tutti i podi internazionali (vasca lunga e vasca corta) e le manca solo quello olimpico e Benedetta Pilato, la ragazza prodigio del nuoto italiano che sta prendendo le misure ai 100 dopo aver strabiliato il mondo nei 50. Per entrambe l’obiettivo minimo è la finale dei 100, quello massimo avvicinarsi più possibile alla regina della specialità Lilly King, migliorarsi ancora una volta e vedere cosa accade.

Un’altra carta da medaglia risponde al nome di Alessandro Miressi che entra in vasca nei 100 stile libero con il terzo tempo mondiale stagionale e probabilmente avrà bisogno di alzare ulteriormente l’asticella per provare a salire sul podio olimpico: risultato tutt’altro che impossibile da 47″4 in giù. Miressi potrebbe diventare anche il trascinatore di una 4×100 che al momento occupa la piazza numero quattro al mondo, alle spalle di Russia, Usa e Australia che al momento sembrano lontane ma, si sa, nella staffetta veloce può accadere di tutto. Condorelli, Ceccon, Zazzeri e Frigo assicurano una qualità media elevata: ci si può provare. Thomas Ceccon nei 100 dorso, Alberto Razzetti nei 200 e 400 misti, Sara Franceschi nei 200 e 400 misti sono più carte da finale che da medaglia ma ai Giochi ogni tanto qualche exploit inatteso si è visto.

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