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Nuoto
Nuoto pagelle Olimpiadi 25 luglio. Ceccon e i velocisti fanno sognare! Gabriele Detti: che occasione sprecata
GABRIELE DETTI 5: Era una grande occasione, forse non l’ultima, di marchiare a fuoco con un titolo olimpico la carriera di uno dei più grandi nuotatori italiani di tutti i tempi. Il titolo dei 400 misti a 3’43″36 probabilmente non si vincerà più nella storia e stavolta a prendere la carta vincente è stato un tunisino sconosciuto ai più fino a poche ore fa. detti, invece, lo conoscevamo tutti ma quello visto a Tokyo e per tutta la stagione non era esattamente quello che avevamo imparato a conoscere. E’ un campione e ha tutte le carte in regola per rialzarsi.
ILARIA CUSINATO 6: Voleva esserci in questa finale e, raggiunto l’obiettivo, ha un po’ mollato gli ormeggi. E’ stata in partita per 150 metri e poi si è sfilata dal gruppo delle migliori, alzando nettamente il tempo fatto segnare ieri e dimostrando che la benzina per due grandi 400 misti a distanza di poche ore uno dall’altro non c’è ancora ma la strada per la risalita è imboccata.
ALBERTO RAZZETTI 7: Qui c’è molto meno spazio per i rimpianti, anche se con il tempo fatto segnare il giorno prima sarebbe stato secondo ma un po’ tutti si sono peggiorati e quindi sarebbe stato chiedere la luna. Le lunghe distanze disputate in modo così ravvicinato sono quelle che più pagano dazio a questa ignobile formula ma tant’è. Chi riesce a recuperare più in fretta e a fare meno peggio vince e Razzetti imposta una gara coraggiosa, di chi vuole andare “all in”. Passa veloce a farfalla ma poi paga a dorso, meno brillante del poco brillante solito. A rana fatica a fare la differenza e a stile libero dà l’impressione di poter agganciare i primi ma non ci riesce. Viene comunque una gara più che dignitosa. E’ ottavo al mondo in una gara che fino a due mesi fa quasi non prendeva in considerazione. Che sia l’inizio di una grande avventura?
ILARIA BIANCHI 5: Sbaglia quasi tutto e chiude con un tempo di meno di 4 decimi più alto rispetto a quello di ieri una gara in cui la finale non era obiettivamente alla portata della sua condizione attuale visto che avrebbe dovuto fare un tempo simile a quello che le fruttò il quinto posto olimpico nove anni fa. Male in partenza, in subacquea e nella subacquea dopo la virata. Un secondo non si recuperava ma almeno sarebbe rimasta in partita più a lungo.
ELENA DI LIDDO 6.5: Questo è il suo valore attuale. Chiederle di tirare giù mezzo secondo per conquistare la finale sarebbe stato chiedere troppo ma si conferma su buoni livelli e dal prossimo mese ripartirà con l’obiettivo di poter lavorare in tranquillità per nuovi traguardi. la gara di oggi è stata coraggiosa. Fino a 30 metri dalla fine poteva ancora aspirare ad un posto in finale ma lì è venuta a mancare quella benzina che si ha quando si possono preparare gli eventi in tranquillità e senza la mannaia del lockdown sopra la testa.
NICOLO’ MARTINENGHI 8.5: Si prende il posto in finale con il terzo crono, in scia a due mostri come Peaty e Kamminga. Migliora ulteriormente il suo personale che è anche record italiano al mattino, andando controcorrente rispetto a tutti i compagni di squadra. L’impressione è che stia entrando in una nuova dimensione. Deve superare vincere la tensione e superare lo scoglio psicologico della finale importante che lo bloccò, ad esempio, a Budapest due mesi e mezzo fa. Se ci riesce completa l’opera ed entra fra i grandissimi perché tutto il resto c’è già.
FEDERICO POGGIO 6.5: Un po’ appagamento, un po’ stanchezza, un po’ tensione ed emozione: c’è tutto questo nel 59″91 di Federico Poggio che fallisce un accesso in finale che si sarebbe potuta conquistare migliorando di “soli” 16 centesimi il personale ritoccato ieri. Un tempo così un anno e mezzo fa lo avrebbe fatto saltare: oggi suscita solo un po’ di delusione, segnale che il ragazzo è cresciuto, che ha grandi potenzialità e non si vuole accontentare.
MARGHERITA PANZIERA 7: Buon modo per rompere il ghiaccio Ottavo tempo in un 100 dorso da favola per la veneta che potrebbe anche centrare la sua prima finale olimpica in questa che non è la sua specialità. La condizione è buona, il miglioramento sensibile in questi 100 non arriva ma l’importante è che arrivi sulla distanza doppia.
STEFANO BALLO 8: Si migliora fino a sfiorare il record italiano di Filippo Megli e stampa un settimo tempo che lo mette nella condizione di poter sognare la finale in una gara che ha tanti padroni e in realtà, al momento, non ne ha nessuno. Ottima la gestione di gara in progressione. Il posto in finale, con un piccolo miglioramento, si può conquistare e le notizie sono buone anche in chiave 4×200.
ANDREA DI COLA 7: Strappa l’ultimo crono buono per entrare in finale e già questo lo può soddisfare. Non è la sua migliore versione ma le attenuanti non mancano: tra queste una batteria piuttosto convulsa che non gli dà grossi punti di riferimento. Bravo ad uscire dal pantano.
THOMAS CECCON 9: L’MVP di giornata assieme alla staffetta 4×100 stile libero di cui dovrebbe far parte domani. Già, dovrebbe perché l’appetito vien mangiando e se si stabilisce il secondo crono in batteria ai Giochi Olimpici tenendosi alle spalle gente come Murphy o Rylov non può non crearsi qualche aspettativa. La maturazione da atleta è completata, a tutti quelli “perché non fa i 200 misti” va sottolineato che è un grande dorsista le cui potenzialità sono sconosciute. Un posto in finale sarebbe già un risultato straordinario, se poi viene qualcosa in più…
SIMONE SABBIONI 6: Due centesimi lo dividono da quello che sarebbe stato un traguardo onesto per le sue potenzialità attuali, la semifinale olimpica. Peccato perché quei due centesimi (ma forse qualcosa in più) sono tutti da ricercare in una partenza e in una vasca di andata non all’altezza delle sue potenzialità e di una gestione oculata della gara. Ancora una volta si piange sul latte versato ma la notizia buona è che quello visto a Tokyo, seppure così imperfetto, è il miglior Sabbioni degli ultimi due anni e, dovesse eliminare le imperfezioni, potrebbe prendersi altre soddisfazioni.
BENEDETTA PILATO 4.5: Quella vista a Tokyo non era lei. Scomposta, senza un’idea chiara sulla gestione della gara che tante soddisfazioni le aveva riservato soprattutto a dicembre, una nuotata diversa dal solito, contratta e poco efficace, anche nei primi 50. L’impressione è che abbia pagato da una parte dazio alla emozione per il contesto così importante, dall’altra mesi di polemiche sulla qualificazione che, va detto, le spettava di diritto, nonostante le prestazioni fantastiche di Castiglioni, perché se si mettono le regole queste vanno rispettate. E’ la prima, grande, vera delusione della carriera con i grandi. Da come saprà reagire se è già campionessa assoluta o se serve ancora un po’ di strada.
MARTINA CARRARO 8: Torna sui suoi livelli di aprile dopo un europeo e un Settecolli di passaggio e che qualche dubbio lo avevano lasciato a tutti tranne che a lei. Tiene testa a Lilly King e l’impressione è che, con una gara tirata, possa davvero tirare giù altri centesimi, forse decimi al suo personale. Un passo per volta: va presa la finale e poi bisogna giocarsi il tutto per tutto. Una delle rivali più temute e stimate non c’è e si chiama Arianna Castiglioni, a cui Martina potrebbe dedicare un grande risultato.
ALESSANDRO MIRESSI 8.5: E’ esattamente quello spumeggiante di Budapest. toglie ogni dubbio e, con questa continuità di rendimento, niente gli è precluso. Fa la differenza: chiude la prima frazione in 47″46 4 lancia al meglio la squadra verso un record fantastico.
SANTO CONDORELLI 7.5: Il profumo di Cinque Cerchi lo inebria e lo lancia verso un risultato cronometrico di altissimo spessore che permette all’Italia di tenere a distanza di sicurezza tutte le rivali. E’ tornato come non era mai stato da italiano ed era quello che ci voleva per la staffetta: testa e cuore.
LORENZO ZAZZERI 8.5: MVP quasi quanto Miressi. 47″29 lanciato è segnale di condizione e maturità. Bello da vedere per nuotata e determinazione, difficile da vedere per gli avversari che gli restano a distanza. Sorprendente e in crescita continua. Serve la stessa prestazione in finale.
MANUEL FRIGO 8: Zazzeri gli consegna un vantaggio considerevole e lui spinge ancora più forte, chiudendo in 47″64. Chiude magistralmente una staffetta indimenticabile e conferma anche lui una condizione invidiabile.
Foto Lapresse