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Nuoto pagelle Olimpiadi 24 luglio. Razzetti e Martinenghi non si fermano! De Tullio: passo indietro

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ALBERTO RAZZETTI 8 (400 misti uomini): Personale sbriciolato e prima finale olimpica in carriera alla prima partecipazione. Guardando il lotto dei partenti una piccola possibilità per compiere un miracolo potrebbe anche esserci, ma senza illusioni. L’obiettivo è già stato centrato e in modo brillante dal ligure di stanza a Livorno, che sta rivestendo sempre più il ruolo di attore protagonista nel cast azzurro. Seconda parte di gara stratosferica. Se sistema il dorso se la gioca alla pari con i più forti.

PIER ANDREA MATTEAZZI 6 (400 misti uomini): Per metà gara resta a contatto con i primi e si illude di potersela giocare addirittura per la finale, poi cala alla distanza e non riesce ad avvicinare il personale. Una grande esperienza, tanto coraggio, ancora qualche limite tecnico e di tenuta ma per crescere si passa anche da qui.

ILARIA BIANCHI 7.5 (100 farfalla donne): Marchia la quarta presenza olimpica con la migliore prestazione cronometrica degli ultimi due anni e avanza in semifinale centrando entrambi gli obiettivi minimi della vigilia. Domani proverà a conquistare la sua seconda finale a Cinque Cerchi, impresa quasi impossibile ma, viste le premesse, il “long Covid” che ha caratterizzato i suoi primi quattro mesi dell’anno, va già bene così.

ELENA DI LIDDO 8 (100 farfalla donne): Ha trascorso in pratica un anno e mezzo difficilissimo per farsi trovare pronta nell’occasione più importante e non ha fallito l’appuntamento. 57″41 in batteria, il passaggio in semifinale con il nono tempo. Ripetere il quarto posto di Gwangju sarà impossibile ma se si migliora ulteriormente in semifinale, e qualcuna delle star fa cilecca, potrebbe arrivare una finale prestigiosa. Per ora a regalarle il sorriso basta questa gara che arriva dopo lunghe sofferenze, allenamenti a singhiozzo e disservizi legati al Covid. Tutto superato in 57 secondi e 41 centesimi.

GABRIELE DETTI 7 (400 stile libero uomini): Si riprende la finale olimpica a cinque anni dal bronzo di Rio e non era scontato dopo le prestazioni di Budapest prima e Roma poi. L’altra buona notizia è che in finale fenomeni imbattibili alla Sun Yang non ce ne sono. La cattiva notizia è che sembra aver perso lo spunto che lo ha reso vincente fino a Gwangju 2019. Il cambio di passo dopo i 300 metri non si vede ma è rimasta l’ultima occasione stagionale per dimostrare di essere tornato quello dei tempi migliori.

MARCO DE TULLIO 5 (400 stile libero uomini): Fallire l’appuntamento con la finale olimpica ci può stare, fallirlo quando il crono per centrarlo è ampiamente alla tua portata lascia l’amaro in bocca. Sembrava sulla rampa di lancio a Gwangju, ha subito una brusca frenata tra Budapest e Tokyo. Tattica perfetta ma gli manca qualcosa nel finale. Guai a distribuire etichette. Il nuoto italiano ha insegnato che bisogna crederci sempre, anche dopo cocenti delusioni.

ILARIA CUSINATO 8 (400 misti donne): E’ una finale che vale tantissimo. Non è ancora quella del 2018, va bene. la gara era poco frequentata e senza campionesse stratosferiche, va bene ma nella carriera di un nuotatore la finale olimpica è sempre qualcosa di straordinario e per lei, che ha vissuto momenti complicati negli ultimi tre anni, questo può essere l’inizio di una nuova epoca. Applausi!

SARA FRANCESCHI 5 (400 misti donne): La finale era ampiamente alla sua portata. Ancora una volta, come era accaduto a Budapest, dimostra limiti nell’approccio alla grande manifestazione internazionale. E’ giovane e può colmare questa lacuna ma vederla arrancare oggi dopo che era apparsa brillante e determinata a Roma, ha fatto male. La speranza è che si ritrovi in fretta per disputare un buon 200.

NICOLO’ MARTINENGHI 8 (100 rana uomini): In scioltezza, senza sprecare troppe energie e senza stare a guardare tanto cosa avveniva al suo fianco. L’impressione è che abbia ancora un margine ampio e che se trova la giornata giusta possa dire la sua per il podio nei 100 rana che è una delle gare stellari di questi Giochi. Lui c’è.

FEDERICO POGGIO 7.5 (100 rana uomini): In semifinale con il nono tempo assoluto e il personale. Sognare è lecito anche se per centrare la finale serve avvicinarsi al 59″0 il più possibile. Concentrato, determinato, anche un po’ spregiudicato nella condotta di gara. E’ la rana azzurra che cresce ed esprime campioncini in ogni angolo del paese. Sognare è lecito e non dovesse arrivare la finale se ne andrebbe da Tokyo comunque col sorriso sulle labbra.

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