Nuoto
Nuoto pagelle Olimpiadi 26 luglio. 4×100 stile e Martinenghi da urlo. Federica Pellegrini sottotono
NICOLO’ MARTINENGHI 9: La finale più titolata dei Giochi con al via i detentori dei sei migliori tempi all time. Sul podio c’è l’Italia con un varesino tenace, che ha saputo superare momenti difficili, un infortunio pesante, qualche finale toppata e non ha mai perso l’umiltà dei campioni veri. Condotta di gara consapevole: stavolta non si è lasciato ingolosire da Peaty e Shymanovich e ha fatto la sua gara portando a casa un bronzo dal peso specifico altissimo che riporta la rana italiana sul podio olimpico dopo il 2000 di Fioravanti e Rummolo.
ALESSANDRO MIRESSI 8.5: Ti chiami Alessandro Miressi, hai vinto un Europeo e un argento continentale nei 100, sei fra i migliori al mondo, hai l’occasione della vita per salire su un podio dove nessuno prima in Italia è riuscito a salire, hai di fianco Caeleb Dressel, il più forte al mondo che ti rifila un metro solo in partenza e tu che fai? Non provi ad andarlo a prendere? Ci provi eccome, gli regali qualcosa in virata e poi ti scomponi, vai un po’ in affanno perchè le energie ti mancano e, dopo tutto questo, tocchi a 47″7, un tempo che solo tre mesi fa avrebbe fatto sobbalzare tutti dalla sedia. Va bene, non è stata la gara perfetta ma la 4×100 italiana un lancio così non lo ha mai avuto. Applausi.
THOMAS CECCON 9.5: Mezz’ora di gloria, mezz’ora per far sapere al mondo intero che le scelte fatte, ampiamente criticate, erano quelle giuste. Si prende la finale dei 100 dorso e l’argento nella 4×100 con due prestazioni di altissimo spessore, gestendo al meglio il recupero delle energie. La sua frazione della staffetta è magistrale. Parte quarto e chiude primo e di fianco non aveva certo avversari di secondo piano. la giornata perfetta, potrebbe non essere l’ultima.
LORENZO ZAZZERI 8.5: L’argento, sia chiaro, vale una vittoria ma qualche imperfezione nella sua prova c’è ed è approfittando di quella che gli Stati Uniti se ne vanno in fuga verso l’oro. Per il resto basta guardare il crono per capire che questo ragazzo toscano, appassionato di pittura, ha raggiunto la maturità e la continuità di rendimento al momento giusto.
MANUEL FRIGO 8.5: C’erano tutte le condizioni per farsi prendere dal panico, perchè più che un testimone, Zazzeri gli consegna un macigno. E lui vola a prendersi la medaglia più importante della carriera. Occhi chiusi concentrazione massima, freddezza nel momento in cui si accorge che il vantaggio rispetto all’Australia cala un po’. Finale sofferto ma mai in affanno. Tocca secondo ed esplode la festa azzurra.
STEFANO DI COLA 6.5: Non riesce a ripetersi rispetto alla batteria ma è lì e fa ben sperare per la staffetta. Peggiora mezzo secondo ma non si può rimproverare nulla. Le sue gare sono così, all’arrembaggio e alla fine le energie sono veramente poche.
STEFANO BALLO 7: Anche lui non si può rimproverare nulla. Nuota esattamente sui livelli della batteria (4 centesimi in più) a un soffio dai suoi limiti attuali per la seconda volta in 10 ore. Gli altri vanno più forte e la finale non arriva solo per 13 centesimi. Ormai comunque fa parte dell’elite mondiale della disciplina.
MARGHERITA PANZIERA 6: Non si migliora e resta fuori dalla finale dei 100 che non sono la sua gara. Esce delusa dalla vasca perchè una finale in più non fa mai male ma l’obiettivo dichiarato sono i 200 e deprimersi non serve a granchè. Sui 100 è ferma su questi tempi da due anni. Saranno la nuova frontiera?
FEDERICA PELLEGRINI 5.5: La Federica Pellegrini che non avremmo voluto vedere. Mai in partita, incapace di cambiare passo, affaticata a fine gara e anche incredula per quello che ha fatto in acqua. Si salva per il rotto della cuffia e, se la condizione fosse quella dei giorni migliori, sarebbe anche un buon segnale ma in batteria non funziona quasi niente. L’araba fenice stavolta deve fare in fretta a risorgere dalle sue ceneri. Vedremo se ancora una volta farà il miracolo.
ILARIA CUSINATO 7: Vanno tutte fortissimo e diventa anche tutt’altro che scontato entrare in semifinale in questa che è la gara che forse sente meno. Nuota bene, ancora le manca qualcosa e forse la finale non è alla sua portata però, comunque vada, lascerà Tokyo con il sorriso sulle labbra e con lo slancio gusto per ripartire.
SARA FRANCESCHI 6: La spedizione giapponese non è ancora salva. Da lei ci si aspettava di più dopo le premesse di Riccione e del Settecolli ma si regala una chance qualificandosi per la semifinale dei 200 misti. Serve un mezzo miracolo perchè il livello medio è alto. Serve il personale e la condizione non appare quella dei giorni migliori.
FEDERICO BURDISSO 7: Dà un assaggio di quello che sarà il suo atteggiamento in una eventuale finale ancora tutta da conquistare. Partenza a razzo, poi rallenta per risparmiare energie e alla fine non rischia praticamente nulla. Chi lo conosce assicura che ha tanta benzina in corpo: lui sa bene che può entrare nella storia, ci proverà sapendo che nulla è facile. Ci proverà cercando, come sempre, di divertirsi e di divertire.
GIACOMO CARINI 7.5: Una delle belle storie del 2021. Cinque anni fa era a casa a ritoccare il record italiano, mentre a Rio si entrava in finale con il tempo fatto segnare da lui a Roma nello stesso giorno. Adesso ai Giochi c’è, forse quando iniziava a non sperarci più e si regala il passaggio in semifinale con quel personale ritoccato cinque anni dopo. Quanti intrecci del cuore e nei 200 farfalla il cuore è tutto: ci può provare a regalarsi una corsia nella finale.
SIMONA QUADARELLA 7: Svolge bene il suo compito, nuota sui livelli del Settecolli, 6 secondi in meno del 1500che gli fruttò l’oro europeo a Budapest e sa bene che così non basterà per il podio a Cinque Cerchi ma benzina in corpo sembra averne. Da non dimenticare che questo per lei era l’esordio olimpico e un po’ di emozione c’era per forza, nonostante le tante esperienze maturate nell’attesa di poterli disputare i Giochi e potersi regalare un sogno.
MARTINA RITA CARAMIGNOLI 5.5: Già esserci per lei era un successo, a suggello della seconda parte della carriera che le sta regalando quasi più soddisfazioni della prima. Manca l’appuntamento con la finale e neanche di poco. Non c’è il cambio di passo dei giorni migliori, non c’è la condizione dei giorni migliori che quest’anno non è mai arrivata realmente. Peccato ma gli applausi restano.
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