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Editoriali

Olimpiadi, pagelle Italia 26 luglio: la comparsata delle sciabolatrici. Simone Alessio delusione del giorno

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PAGELLE ITALIA OLIMPIADI TOKYO 26 LUGLIO 

Nazionale Italia softball, 6,5: hanno chiuso l’Olimpiade al sesto posto e senza vittorie, ma senza mai sfigurare. Il livello di questo sport al di fuori dei confini europei è decisamente più elevato. La maggior parte delle azzurre sono giovani e avrebbero bisogno di fare ancora più esperienza contro certe avversarie. Peccato che il softball non farà parte del programma olimpico a Parigi 2024. Comunque brave a qualificarsi 17 anni dopo Atene 2004.

Irma Testa, 8: dopo una prima ripresa assegnata inspiegabilmente all’avversaria, si scatena e non concede più nulla all’ostica irlandese Michaela Walsh. Dopo aver scavallato due scogli molto impegnativi, ora il tabellone diventa quasi in discesa, a patto da non sottovalutare nessuna avversaria. La 23enne di Torre Annunziata, dal punto di vista tecnico, è a nostro avviso la migliore della categoria -57 kg. L’auspicio è che possa dimostrarlo in maniera limpida, senza dover temere una eventuale ‘giuria casalinga’ in vista di una possibile finalissima con la giapponese Sena Irie.

Gerhard Kerschbaumer, 4,5: dopo una carriera dominante a livello giovanile, ha impiegato diversi anni prima di prendere il volo e conquistare l’argento ai Mondiali 2018. Sembrava la definitiva consacrazione, tuttavia nelle ultime due stagioni, coincise con l’emergenza sanitaria, è alle prese con una incessante involuzione. Il 20° posto odierno non fa che confermarlo.

Daniele Garozzo, 8: vincere un’Olimpiade non è da tutti, riconfermarsi è per pochissimi eletti. Va vicino all’impresa, venendo limitato da problemi fisici che lo hanno condizionato già in semifinale. Non una buona notizia anche in vista della prova a squadre.

Alessio Foconi, 4: era forse il fiorettista azzurro più atteso. E’ stato spazzato via agli ottavi per 15-3 dal futuro campione olimpico Ka Long Cheung.

Sciabolatrici azzurre, 4: l’anello più debole di una scherma che sta vivendo uno dei periodi peggiori della sua storia. Irene Vecchi, Rossella Gregorio e Martina Criscio sono uscite sin da subito (la sola Vecchi ha superato un turno), confermando che le speranze di medaglia rasentavano lo zero.

Fabio Basile, 5: a Rio 2016 si inventò la gara della vita (mai più replicata in seguito tra Europei e Mondiali), oggi ci ha riprovato in una categoria differente. Il sorteggio non lo ha aiutato, mettendogli subito di fronte il temibile sudcoreano Changrim An, in seguito vincitore della medaglia di bronzo. Nonostante un incontro combattuto, il piemontese si è piegato ad un wazari dell’avversario nel corso del golden score.

Mattia Camboni, 7: è al comando dopo sei delle dodici regate previste nella classe RS:X. E’ presto per cantare vittoria, sappiamo quanto la vela italiana fatichi da tradizione alle Olimpiadi. Tuttavia il laziale ha ormai raggiunto maturità e continuità tali da poterci provare sino in fondo, almeno per un podio.

Diana Bacosi, 8: come Daniele Garozzo, sfiora un bis leggendario. Si è ritrovata a lungo in testa nella finale di skeet, ma nel finale il braccio ha tremato di più rispetto all’americana Amber English. Resta una garanzia per il tiro a volo italiano e, nonostante i 38 anni, dovremmo rivederla anche a Parigi 2024. Il problema è che all’orizzonte non si intravedono giovani eredi all’altezza.

Tammaro Cassandro, 7: la finale raggiunta non ha rappresentato una sorpresa, perché stiamo parlando di un tiratore solido e ormai affermato in campo internazionale. Non è però mai stato in corsa per le medaglie.

Leonardo Fioravanti, 5,5: conclude la prima esperienza dell’Italia nel surf in maniera anonima.

Thomas Ceccon, 7,5: finalmente questo ragazzo sta iniziando a dimostrare con i fatti di cosa è capace. Si rivela un valore aggiunto per la 4×100 sl, peraltro dopo aver conquistato l’accesso alla finale dei 100 dorso con il 4° tempo. Se riuscisse ad agguantare una medaglia individuale, allora potrebbe davvero svoltare in vista di Parigi.

Nicolò Martinenghi, 8: ottiene il massimo possibile, perché Adam Peaty ed Arno Kamminga erano fuori portata nei 100 rana. Rispetto ai più quotati avversari, tuttavia, è più giovane e chissà che il bronzo di oggi non possa tramutarsi in qualcosa di più in futuro.

4×100 sl maschile, 9: un argento storico, perché mai l’Italia aveva conquistato una medaglia nella staffetta veloce. Un gruppo solido e coeso, che ci ha sempre creduto, riuscendo a superare i propri limiti.

Simone Alessio, 5: è la vera delusione di giornata. A nostro avviso aveva tutte le carte in regola per vincere l’oro. Dopo una partenza debordante (ed illusoria) contro il brasiliano Martins Soares, si arena ai quarti di finale contro il non irresistibile egiziano Seif Eissa. Dispiace perché il toscano non ha dimostrato realmente quello che vale. Ha soli 21 anni e potrà riprovarci, ma abbiamo visto quando velocemente mutino le gerarchie nel taekwondo e come atleti di 17 o 18 primavere spesso irrompano sulla scena con una marcia in più.

Foto: Lapresse

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