Scherma

Scherma, per l’Italia del fioretto femminile bronzo dal retrogusto amaro. L’oro era possibile

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Per la settima Olimpiade consecutiva il fioretto femminile italiano è salito sul podio nella gara a squadre. Una striscia cominciata a Seul nel 1988 e che ha visto ben quattro affermazioni (le tre consecutive nel 1992, 1996 e 2000 e l’ultima a Londra nel 2012). Questa volta a Tokyo è arrivata una medaglia di bronzo e verrebbe da dire solamente, perché questa squadra poteva e doveva ottenere di più.

La sensazione è quella che le azzurre al loro massimo livello non avrebbero trovato troppi ostacoli ed invece qualcosa non ha funzionato. L’assalto dominato con le americane è una dimostrazione della forza del quartetto composto da Arianna Errigo, Alice Volpi, Martina Batini ed Erica Cipressa. Una prestazione schiacciante contro le americane, totalmente diversa da quella vista nella seconda parte della semifinale contro una Francia poi battuta abbastanza agevolmente dalla Russia.

I rimpianti sono veramente tanti e quelle undici stoccate di vantaggio contro le transalpine non saranno certamente dimenticate in fretta. All’Italia si è spenta completamente la luce, le azzurre hanno smesso di essere aggressive ed hanno assistito senza combattere alla rimonta delle francesi. Arianna Errigo è stata poi la protagonista in negativo per il recupero subito da Thibus, ma già dagli assalti precedenti anche le sue compagne avevano cominciato ad arrancare prima di tutto di testa e poi anche nel gesto in pedana.

L’addio di Elisa Di Francisca ha sicuramente creato problemi nell’alchimia del gruppo azzurro, con la squadra che ha perso un punto di riferimento in pedana e soprattutto quell’atleta capace di chiudere al meglio una gara a squadre. Quel ruolo che oggi Andrea Cipressa ha scelto per Arianna Errigo e che non è ricaduto sulle spalle di Alice Volpi, si ipotizza anche per una sua scelta personale.

Da salvare c’è sicuramente la reazione contro le americane e comunque un bronzo che è sempre una medaglia olimpica e quindi va rispettata e glorificata. Certamente gli anni del dominio italiano nel fioretto femminile sono terminati e da questa Olimpiade servirà ripartire per ritornare ai fasti del passato e dimostrare che la scuola italiana è ancora la migliore a livello mondiale.

Foto: Bizzi/Federscherma

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