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Softball, Olimpiadi Tokyo 2021: l’Italia può giocarsi una medaglia? USA e Giappone superiori, le avversarie per il bronzo

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Per comprendere l’attuale livello dell’Italia del softball, e provare dunque a ragionare sulle possibili prospettive alle Olimpiadi, bisogna per certi versi andare indietro al 2018, e cioè ai Mondiali, l’ultima manifestazione per Nazionali disputata a livello globale, ma anche all’inizio del 2020 con la tournée australiana. Senza dimenticare un riferimento al 2021 e al gruppo portato dal manager Federico Pizzolini, tra varie difficoltà, negli Stati Uniti.

Nella rassegna iridata di tre anni fa, l’Italia riuscì a mettere insieme risultati importanti. Perse sì dal Giappone per 9-0, ma rimase vicinissima ad Australia (2-3), Canada (0-1) e Messico (0-1), con quest’ultimo che ci eliminò al secondo extra inning nella fase a eliminazione diretta. Risultati che dimostrano come già in quel frangente la Nazionale azzurra, guidata dal compianto Enrico Obletter, era in grado di dar fastidio a squadre teoricamente molto più titolate e con ben più elevato spessore internazionale. Il gruppo, non va dimenticato, per buona misura era già quello di oggi.

Nell’Australia Pacific Cup del 2020 è successo anche di più: il Messico è stato battuto, peraltro in rimonta, e poi il Giappone è sembrato molto più vicino rispetto ai Mondiali (sconfitta per 2-0). Con le nipponiche si sarebbe poi perso in semifinale, mentre con le padrone di casa australiane c’è stato un altro confronto di quelli intensi.

Si è poi avuta la tournée americana, che non ha regalato particolari soddisfazioni anche per via di una situazione davvero complessa a livello di viaggi, organizzazione, momento della stagione e di forma e chi più ne ha più ne metta. Era la prima esperienza internazionale di Pizzolini da manager, che ha constatato come gli USA abbiano davvero un’altra marcia e possano legittimamente candidarsi all’oro.

Le sei squadre al via nel torneo olimpico, però, sono tra le più forti al mondo. L’Italia, quella più indietro nel ranking, è nona, per rendere l’idea. Ed è un nono posto che la rende davvero vicina per livello alle sue dirette concorrenti. Se la formazione americana e quella giapponese sembrano destinate a disputare la finale per l’oro (nel remake di quella mondiale, che si tinse di drammatico), con le altre potrebbe esserci lotta. Molte individualità azzurre si sono dimostrate perfettamente in grado di reggere il confronto internazionale, e per di più c’è un aspetto particolare: giocare subito contro la squadra a stelle e strisce toglierà di mezzo un ostacolo importante, permettendo di ragionare con più tranquillità sul dopo.

E non va nemmeno dimenticato, a proposito di individualità, come Erika Piancastelli dallo scorso anno abbia iniziato a far parte di Athletics Unlimited, la lega americana che riunisce diversi grandi talenti. Si è aggiunta quest’anno Greta Cecchetti, che come lanciatrice ha dimostrato di essere di classe globale nella rassegna iridata del 2018 e, oltretutto, con eredi valide (Ilaria Cacciamani in primis). Questo gruppo, così com’è composto, può puntare a “rubare” un paio di vittorie per poi potersi giocare il match per il bronzo da mina vagante. Non sarà facile, questo lo si sa, ma viste le prestazioni degli ultimi anni non è neanche impossibile.

Foto: FIBS / EzR NADOC

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