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Tennis, Olimpiadi: Djokovic-Zverev e Khachanov-Carreno Busta. Una semifinale nobile e una a sorpresa
Si allinea alle semifinali il tabellone maschile del torneo olimpico di tennis: a Tokyo un lato del tabellone è sostanzialmente occupato da chi, per testa di serie, era atteso a questo punto, mentre nell’altra parte si sono invece verificate le sorprese. Relative, certo, dal momento che si parla di giocatori di livello da top ten o nelle vicinanze, ma pur sempre sorprese.
Chi non tradisce è Novak Djokovic: il serbo spegne le speranze dell’ultimo giapponese in gara, Kei Nishikori, con un perentorio 6-2 6-0 nel quale il padrone di casa ha due sole occasioni. Ed entrambe arrivano nel primo game dei due set, l’una in forma di vantaggi, l’altra come palla break. Mancate quelle, il numero 1 del mondo diventa irraggiungibile. Per lui ci sarà la sfida con Alexander Zverev: il tedesco non è mai in pericolo con il francese Jeremy Chardy. Nel 6-4 6-1 ci sono un break nel terzo gioco del primo set, chance di un punteggio anche più netto e infine il dominio.
Dall’altra parte c’è invece il match più intenso di giornata, quello tra il russo Karen Khachanov e l’altro transalpino Ugo Humbert. Vince il primo per 7-6(4) 4-6 6-3, in una partita diversamente combattuta. Se è vero che la citata intensità c’è su tutta la linea, è altrettanto vero che di break in tutto l’incontro ce ne sono solo due, che poi sono quelli che decidono il secondo e il terzo parziale. La grande sorpresa la fornisce invece Pablo Carreno Busta: lo spagnolo elimina il numero 2 del mondo, Daniil Medvedev: il russo perde 6-2 7-6(5), ma avrebbe potuto portare la partita al terzo set se non avesse perso il servizio sul 4-3 del secondo dopo averlo strappato nel terzo gioco.
Un dato particolare riguarda Djokovic, che per la terza volta finisce tra i migliori quattro nel torneo olimpico. La semifinale, però, non l’ha mai passata: è stato sconfitto prima da Rafael Nadal nel 2008 e poi da Andy Murray nel 2012 (nel 2016 è uscito subito per mano di Juan Martin Del Potro). L’unico bronzo è di Pechino, sull’americano James Blake.
Foto: LaPresse