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Tennis, Olimpiadi Tokyo 2021: le speranze di medaglia dell’Italia. Matteo Berrettini la punta, ma occhio al doppio…

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Con Wimbledon ancora in corso, sembra strano che a distanza di nemmeno venti giorni possa esserci un altro torneo assai illustre. Invece quest’anno sarà il turno del torneo olimpico a Tokyo, dal 24 luglio al prossimo primo di agosto. Si è discusso moltissimo nelle ultime quarantotto ore del rifiuto di Jannik Sinner a volare verso il Giappone e delle modalità con cui è avvenuta questa decisione, con il suo posto preso da Lorenzo Musetti; ma mettiamoci alle spalle le polemiche per poter capire chi, tra i nostri atleti, potrà puntare ad un posto sul podio.

La punta di diamante della spedizione azzurra è, senza mezzi termini, Matteo Berrettini. Il tennista romano è ormai consapevole del suo ruolo da top 10, che riveste da quasi due anni, e dal ritorno dall’infortunio dall’Australian Open sta raccogliendo ottimi risultati, rappresentati dai successi a Belgrado e al Queen’s, la finale Masters1000 di Madrid e i quarti del Roland Garros e di Wimbledon (ancora in divenire). In Giappone si passerà sul cemento, superficie su cui è esploso con la semifinale degli US Open; l’unico problema è che sul veloce la rosa di pretendenti al titolo si amplia con i vari Andrey Rublev, Stefanos Tsitsipas, Alexander Zverev e Daniil Medvedev, senza tener conto dei decani Novak Djokovic e Roger Federer.

Nei tornei di singolare le altre carte a disposizione non hanno le stesse chance di essere impattanti come Matteo. Lorenzo Sonego può essere un giocatore fastidioso per tutti, la tecnica di Fabio Fognini e Lorenzo Musetti può regalare sorprese; nel tabellone femminile invece la Camila Giorgi vista sull’erba potrebbe essere una mina vagante, mentre Jasmine Paolini ha avuto il biglietto per Tokyo per il rotto della cuffia. Però l’Italia potrebbe anche sparare qualche gustosa cartuccia nel doppio composto da Berrettini e Fognini.

Una coppia che, in fondo, si conosce discretamente: sono otto i match disputati dai due in un arco di quasi tre anni, che va dal settembre 2018 ad oggi. Il primo impegno fu davvero folgorante: debutto a San Pietroburgo e subito successo in finale contro Roman Jebavy e Matwe Midelkoop, tanto da far pensare che l’Italia aveva trovato una nuova coppia di livello. Nel 2019 sono arrivate due sconfitte agli ASB Classic e al Masters di Montecarlo, oltre al forfait di Roma, ma i due sembravano già più concentrati alla loro carriera in singolo, con i risultati che hanno dato loro ragione. Poi il ritorno in coppia questo febbraio all’ATP Cup, quando hanno maltrattato Dominic Thiem e Dennis Novak. In effetti i due formano una coppia che, in un torneo particolare come quello olimpico, può funzionare: la potenza dirompente di Berrettini e la tecnica di Fognini, molto più pratico del doppio, potrebbe regalare inaspettate soddisfazioni.

Foto: LaPresse

 

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