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Tennis, Paolo Canè: “Il fisico di Berrettini va gestito. Sinner? Le Olimpiadi hanno un valore umano”

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Prima con racchetta e pallina in mano e poi davanti al microfono. Per Paolo Canè le Olimpiadi hanno sempre un fascino particolare e il privilegio di commentare l’edizione a Tokyo su Eurosport è particolare.

Formalmente, l’Italia ha vinto soltanto una medaglia olimpica nel tennis, ovvero il bronzo di Uberto De Morpurgo a Parigi 1924, ma va ricordato che questo sport fu assente ai Giochi dal 1928 al 1984. Proprio nel 1984 a Los Angeles, la specialità era presente in qualità di sport dimostrativo e negli States Paolo conquistò un bronzo importante per lui che a 19 anni si trovò catapultato in qualcosa che mai si sarebbe immaginato. Un percorso magico nel quale seppe togliersi la soddisfazione di eliminare l’australiano Pat Cash, che in quell’anno raggiunse le semifinali a Wimbledon e agli US Open.

Nell’ultima puntata di TennisMania condotta da Dario Puppo su Sport2U (in collaborazione con OA Sport) i ragionamenti con Cané sono molto a Cinque Cerchi ricordando quello che fu, ma anche l’attualità: “Avevo 19 anni e lasciato da poco i tornei juniores per giocarmi l’accesso ai tabelloni principali nelle qualificazioni. Ero dei giocatori promettenti e fui convocato. Eravamo io e Michele Fioroni nel singolare maschile, mentre nel torneo femminile c’erano Raffaella Reggi e Sandra Cecchini. Io e Raffaella vincemmo il bronzo e fu un’esperienza unica nel suo genere per il contesto in sé, ha raccontato Canè.

Venendo ai giorni nostri, il background è molto diverso: rassegna olimpica con la problematica Covid e una difficile coesistenza con il fitto calendario tennistico. Non a caso, guardando al tabellone maschile, più della metà dei primi 50 giocatori del mondo hanno rinunciato e tra questi ci sono Matteo Berrettini e Jannik Sinner: “Berrettini, lo sappiamo, è un ragazzo molto potente, ma il suo fisico va gestito. Lui necessariamente deve tenersi un po’ per la costituzione che ha. Per quanto riguarda Sinner, la sua scelta è di programmazione. Per me, andare alle Olimpiadi è un’esperienza indimenticabile che ti fa crescere proprio dal punto di vista umano oltre che tecnico“.

E dunque un torneo a Cinque Cerchi in cui Novak Djokovic è il netto favorito, ma nel quale niente va dato per scontato: “Sarà una specie di caccia al tesoro in cui tutti giocheranno con il coltello tra i denti“, l’idea dell’ex tennista nostrano.

Un parallelismo, dal sapor di suggestione, è quello poi tra Canè e Lorenzo Musetti, subentrato a Sinner e ai Giochi alla stessa età di Paolo: “Lui potrà giocare al 100% delle proprie possibilità perché galvanizzato dal contesto in sé pur senza pubblico. Un’esperienza da vivere che gli sarà molto utile“.

IL VIDEO DELL’INTERVISTA A PAOLO CANE’

Foto: LaPresse

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