Precisione
Tiro a volo, Olimpiadi Tokyo, Jessica Rossi: “Livello altissimo, ma non pensavo così tanto! Non ho nulla da recriminare”
Si ferma anzitempo, e con enorme amaro in bocca, il percorso di Jessica Rossi nel trap femminile ai Giochi Olimpici di Tokyo, che si conclude con un deficitario 119/125 (25-23-24-23-24) ed in ottava posizione; per effetto di un’ultima serie dove, purtroppo, non è arrivato il tanto atteso “punteggio pieno” per raggiungere la finalissima.
La medaglia d’oro di Londra 2012, nonché portabandiera di questa spedizione, prova a fare il punto della situazione dopo la gara disputata nella mattinata italiana: “Devo ancora realizzare cosa sia successo – spiega la nativa di Cento ai canali social della FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo) -. Non ho nulla di male da dire sulla mia prestazione, penso di avere disputato un’ottima gara, dopotutto ho chiuso a 119, per cui un risultato che conferma come non abbia sparato male. Anzi, posso dire che non sono né mancata al grande evento, né che ci sono arrivata non pronta. Le altre sono state fortissime, sapevo che il livello sarebbe stato clamoroso, ma non così tanto ad essere sincera. Ad ogni modo, come detto, non ho nulla da recriminare”.
La gara della campionessa classe 1992 ha avuto diversi momenti decisivi ma, a suo parere, non l’ultima serie. “Non posso dire che abbia fatto tutta la differenza, non sapevo che sarebbe stato obbligatorio fare 25/25. Sono entrata in pedana chiusa e ho dato tutto, come sempre. Non ero tesa e c’ero sia mentalmente che tecnicamente. E’ arrivato uno zero, peccato, ma ne erano già arrivati altri prima”.
Jessica Rossi, suo malgrado ha segnato una ulteriore tacca sulla famigerata “maledizione della portabandiera”. Un impegno che può avere inciso? “No, assolutamente – è netta – Anzi, sicuramente è stata una responsabilità che mi ha reso orgogliosa. Ripeto: quando ho iniziato la mia gara ero pronta poi, dato che si chiama “gara”, tutto può accadere. Ti giochi tutto in due giorni, un percorso di quattro anni, anzi in questo caso di cinque. Per me avere portato la bandiera italiana della spedizione più numerosa di sempre è un motivo di orgoglio e mi farà ricordare Tokyo per qualcosa di bello. L’esperienza è davvero meravigliosa. Ora non mi rimane che attendere i tre anni che mi separano da Parigi 2024″.
Foto: Lapresse