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Tour de France 2021, Tadej Pogacar dominatore assoluto: doppietta in montagna, padrone a cronometro. Bis meritato

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Il Tour de France 2021 ci ha offerto una prima settimana assai frizzante, ma dall’ottava tappa è iniziato il monologo di Tadej Pogacar. Il fuoriclasse sloveno, che già aveva conquistato la cronometro, è stato a dir poco dominante sulle Alpi e sui Pirenei, pur impressionando meno, si è preso ambedue gli arrivi in salita. L’unico piccolo passaggio a vuoto, Pogacar, lo ha avuto sul Mont Ventoux, ove Jonas Vingegaard è riuscito a levarselo di ruota.

Ad ogni modo, stante il fatto che lo sloveno, in quella frazione, ha ripreso il danese in discesa, Pogacar non ha perso, dai suoi rivali, nemmeno un secondo nelle frazioni di montagna di questa Grande Boucle. In passato abbiamo visto corridori che hanno conquistato il successo nel grande giro francese per merito di grandi exploit o grazie alla continuità di rendimento. Per trovare un corridore che ha esibito, allo stesso tempo, sia i picchi che la solidità di Pogacar, però, dobbiamo tornare al Contador del 2009.

Chris Froome, ad esempio, nel 2013 e nel 2015 sfornò grandissime prestazioni in salita nelle prime due settimane, ma, in ambedue le occasioni, nelle frazioni d’alta montagna della terza fu staccato nettamente, a più riprese, da Nairo Quintana. Bradley Wiggins nel 2012 e Geraint Thomas nel 2018, invece, non ebbero mai alcun passaggio a vuoto, ma, allo stesso tempo, non realizzarono numeri come quello sfornato a Le Grand Bornand da Pogacar.

In questa Grande Boucle Pogacar si è dimostrato nettamente superiore a tutti e ha meritato un successo che, a tre giorni dalla fine, è già nelle sue mani. E se fino a pochi giorni fa c’erano dei dubbi sulla concorrenza, sui Pirenei Vingegaard e Carapaz li hanno spazzati via definitivamente. Il danese e l’ecuadoriano sono rivali di rango, che, probabilmente, non hanno nemmeno molto da invidiare al vincitore del Giro d’Italia Egan Bernal. Purtroppo per loro, però, Pogacar è un fuoriclasse come non se ne vedevano da decenni nel ciclismo.

Foto: Lapresse

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