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Tour de France 2021, Tadej Pogacar: “Mi sono ‘incrinato’. È stata una giornata durissima, ma sto bene”

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Quest’oggi la maglia gialla Tadej Pogačar ha mostrato, per la prima volta, e in una delle tappe più attese, degli inaspettati segni di debolezza. È stata l’ultima ascesa al Mont Ventoux, a soli 23 chilometri dal traguardo della frazione odierna del Tour de France 2021, precisamente a 700 metri dalla vetta del Gigante della Provenza, a rimanere un po’ nelle gambe del giovane sloveno dell’UAE Team Emirates. Il tutto sotto un attacco quasi inaspettato da parte di colui che, al momento, è diventato il suo rivale numero uno, il sorprendente Jonas Vingegaard (Jumbo-Visma).

Difatti, proprio lungo l’ultima scalata al Ventoux, la maglia gialla ha risposto prontamente al primo attacco di Vingegaard a due chilometri dalla cima, ma poi subire il secondo allungo da parte del giovane danese. Successivamente Pogačar ha raggiunto la vetta con un ritardo di 37 secondi da Vingegaard, scegliendo di aspettare Richard Carapaz (Ineos) e Rigoberto Uran (EF-Nippo) nella discesa di 22 chilometri che li ha condotti al traguardo a Malaucène.

Questa si è rivelata una decisione saggia, poiché il trio ha lavorato di comune accordo per raggiungere Vingegaard poco prima dell’ultimo chilometro, e poi Pogacar è stato in grado di superare tutti quanti nella ‘volantina’ finale, portandosi a casa un quarto posto sofferto ma con cui ha scongiurato ogni pericolo nella medesima frazione dove si è anche ‘tolto’ dalle spalle Ben O’Connor (AG2R Citroen Team). Adesso Tadej ha la bellezza di 5’18” di vantaggio su Uran. Un gap che sembra quasi incolmabile. 

“Mi sono incrinato, ecco. È stata una giornata durissima con il caldo. E sto bene, sono soddisfatto – ha dichiarato Pogacar alla regia internazionale nel dopo tappa odierno – C’è stata una grande lotta fin dall’inizio. E soprattutto nella seconda scalata del Mont Ventoux dove alla fine sono esploso. Vingegaard ha attaccato e non ho potuto seguirlo. Poi abbiamo lavorato bene con Carapaz e Uran per riprenderlo. Dovevamo stare calmi, trovare un nuovo ritmo per raggiungere la vetta, e poi siamo riusciti ad organizzarci per la discesa”.

Infine il vincitore uscente della Grande Boucle ha affermato: “Sapevo che la discesa sarebbe stata un buon terreno per tornare su di lui. Non mi sorprende che Vingegaard sia uno dei migliori scalatori del gruppo, è molto forte. La fuga è stata molto dura, non siamo riusciti a chiudere il gap sotto i 5 minuti per molto tempo. È stata una giornata difficile in montagna”.

Foto: Lapresse

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