Ciclismo
Tour de France 2021, Tadej Pogacar si comporta da Cannibale: 3 tappe e 3 maglie. Come Eddy Merckx…
Tadej Pogacar non ha lasciato nemmeno le briciole agli avversari nell’odierna Pau-Luz Ardiden, ultima tappa pirenaica del Tour de France 2021. Il fuoriclasse sloveno, infatti, si è preso il successo di tappa in vetta all’erta che nel 2003 fu domata da Lance Armstrong. Il trionfo odierno, peraltro, gli ha permesso anche di sfilare la maglia a pois dalle spalle del precedente proprietario Wout Poels.
Proprio come l’anno scorso, dunque, Pogacar porterà a casa tre maglie. Inoltre, lo sloveno ha nuovamente vinto tre frazioni, ma potrebbe servire il poker nella cronometro di dopodomani. Un dominio orizzontale di questo tipo non si vedeva dai tempi di Eddy Merckx. Fu proprio il Cannibale, infatti, l’unico corridore, prima di Tadej, a vincere, per due anni consecutivi, la maglia gialla e quella a pois.
La doppietta gialla-pois è riuscita per due volte anche a Fausto Coppi e Gino Bartali, ma i due grandissimi del ciclismo italiano non l’hanno fatta per due anni consecutivi. Ci sono riusciti solo una volta, invece, a vincere le due maglie sopraccitata, il belga Sylvere Maes, l’Aquila di Toledo Federico Martin Bahamontes e il britannico Chris Froome. Solo Eddy Merckx, invece, ha fatto la tripletta gialla-pois-verde, mentre Bernard Hinault, nel 1979, fu l’unico, nella storia, oltre al Cannibale, a vestire gialla e verde sul podio dei Campi Elisi.
Quanto sta facendo Pogacar, dunque, è chiaramente straordinario. Basta leggere i nomi di cui sopra. Il fuoriclasse sloveno, peraltro, quest’anno farà la doppietta Tour de France-Liegi-Bastogne-Liegi. L’unico a riuscire a vincere queste due gare, nella stessa stagione, prima di Tadej, fu, ovviamente, Eddy Merckx. Lo sloveno non è ai livelli di completezza del Cannibale, il quale vinceva anche le classiche del pavé e le volate di gruppo, ma come talento orizzontale sembra poter rientrare tra i primi tre degli ultimi cinquant’anni insieme allo stesso Merckx e a Bernard Hinault. Di certo non una brutta compagnia.
Foto: Lapresse