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Pallavolo
Volley femminile, Olimpiadi Tokyo: le favorite. Sarà ancora Serbia-Italia? La Cina fa paura…
Sono sostanzialmente cinque le super favorite per l’oro nel torneo olimpico di Tokyo di pallavolo femminile. Se si pensa ad una possibile vincitrice dell’oro a Cinque Cerchi difficile spostarsi da cinque nomi, Serbia, Cina, Stati Uniti, Brasile e Italia. Due, forse tre, le outsider che potrebbero inserirsi nella lotta per uno dei gradini più bassi del podio, Russia e Turchia, entrambe allenate da tecnici italiani, e il Giappone, se non altro perché è la squadra di casa, seppure non avrà il supporto dei suoi tifosi.
Al momento le quotazioni più alte sono per la Cina, che è pronta a raccogliere una marcia di avvicinamento all’insegna del lavoro durissimo di squadra a questo appuntamento. Le superstar non mancano in casa cinese, a partire dalla schiacciatrice Zhu Ting, ed è bastato vedere quello che la squadra allenata da Lang Ping ha fatto vedere nella seconda parte della VNL, quella giocata al completo, per far capire che tutti quelli che vogliono vincere l’oro dovranno confrontarsi con il colosso cinese, campione olimpico uscente.
L’Italia scende in campo con due obiettivi, entrambi molto ambiziosi: centrare il primo podio della storia in campo femminile e andarsi a giocare il titolo contro una delle big di questo torneo. La squadra azzurra ha tutte le carte in regola per riuscirci, anche se molte delle fortune delle azzurre passano attraverso il torneo di Paola Egonu, numero uno al mondo in attacco e in grado spesso di risolvere le situazioni complicate. Le azzurre hanno una squadra completa, che forse rispetto ad altre nazionali, ha qualcosa in meno in regia e in attacco dalla banca ma può fare affidamento su un parco centrali di altissimo livello, sul miglior libero e sulla migliore opposta del lotto.
La Serbia è campione del mondo ed europea in carica: il livello delle campionesse iridate forse non è cresciuto dal 2018 ma sostanzialmente non è nemmeno calato. Molto si poggia sulla opposta Boskovic, giustiziera delle azzurre nella finale iridata ma tutto il sistema di gioco delle serbe, orchestrato da Ognjenovic, crea problemi a qualsiasi avversaria.
Guai a sottovalutare gli Stati Uniti, squadra che ha dimostrato tutto il suo valore alla VNL e quando c’è da lottare per l’oro non manca mai. Dal canto del cigno (temporaneo o definitivo?) di Kimberly Hill al palleggio di Hancock e Poulter, dalle prodezze delle centrali Washington e Akinradewo all’intelligenza tattica di Bartsch, una che di coppa e trofei vari ne ha alzati parecchi in carriera, fino alla capacità di gestire al meglio il gruppo di un fuoriclasse anche della panchina come Karch Kiraly.
Una sorpresa, ma fino a un certo punto, potrebbe essere la vittoria del Brasile di Zè Roberto che ha fatto molto bene in VNL ma è in fase di ricambio generazionale e forse non è ancora pronto per giocarsela con le più forti, mentre le due outsider di lusso sono entrambe allenate da tecnici italiani: Giovanni Guidetti per la Turchia di Karakurt e Sergio Busato per la Russia del nuovo fenomeno Fedorovtseva.
Foto Fivb