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Wimbledon 2021, Matteo Berrettini sfata un tabù plurisecolare per l’Italia. Tennis completo e testa: le chiavi dell’impresa

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Il 9 luglio 2021 è una data che resterà impressa nella storia del tennis italiano. Dopo 134 edizioni l’Italia avrà un suo rappresentante nella finale di Wimbledon. Un capolavoro che porta la firma di Matteo Berrettini, che giocherà la sua prima finale della carriera in uno Slam, la prima per i colori azzurri dal 1976, quando Adriano Panatta si impose sulla terra rossa del Roland Garros.

Mai nessuno come Berrettini e l’Italia ha finalmente trovato il suo campione, quello capace di domare l’erba di Wimbledon, da sempre considerata una superficie “poco italiana”. La finale, però, non è una casualità, ma il frutto di un lavoro cominciato già molti anni fa, con un 2019 come momento dell’esplosione, con un 2020 altalenante ma comunque importante e alla fine con un 2021 della consapevolezza di essere davvero tra i migliori del mondo.

Fin dal momento del sorteggio la finale era un obiettivo per il nostro portacolori, che ha quasi reso troppo semplice il suo cammino, con solo qualche preoccupazione contro Auger-Aliassime nei quarti ed oggi in semifinale contro Hurkarcz dopo aver perso un combattuto terzo set. Berrettini, però, ha sempre dimostrato di aver raggiunto una certa maturità e di vivere con notevole differenza i momenti importanti della partita, prendendo spesso l’iniziativa.

La testa è quella giusta, ma lo sono anche un servizio ed un dritto da Top-3 mondiale ed un back di rovescio sul quale Matteo ha lavorato tanto e che lo sta aiutando davvero molto in questa campagna sull’erba. Un tennis dunque completo per un giocatore che sa giocare bene al volo, che ha tocco e che può giocare anche la palla corta con un’ottima efficacia. Tutte armi importanti per un tennista che ha davvero un bagaglio molto ampio e tante frecce nella sua faretra da usare. Questo Berrettini fa sognare e la finale di Wimbledon è solo un punto di partenza per una carriera che può regalare enormi soddisfazioni.

 

Foto: LaPresse

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