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Wimbledon 2021, Matteo Berrettini spazza via Hurkacz e vendica Jannik Sinner

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Questo 9 luglio si è fatta la storia del tennis italiano. Matteo Berrettini ha raggiunto la finale di Wimbledon, diventando il primo azzurro a disputare l’ultimo atto del torneo disputato sull’All England Club e facendo meglio di Nicola Pietrangeli, che si fermò in semifinale nel lontano 1960. Il caso ha voluto che per poter varcare questa soglia il romano dovesse incontrare un giocatore che quest’anno si era già frapposto fra un nostro rappresentante ed un gran successo, Hubert Hurkacz.

È ancora fresca nelle memorie degli appassionati quella domenica 4 aprile nella assolata Miami, quando il polacco ha conteso a Jannik Sinner il primo torneo Masters1000 della stagione dopo una settimana da incorniciare, in cui è riuscito a battere in serie Denis Shapovalov, Stefanos Tsitsipas e Andrey Rublev. E nell’ultimo atto gli bastò giocare un tennis solido e senza sbavature per buona parte del secondo set, approfittando di uno sbandamento del giovane avversario, per portarsi a casa il primo grande torneo della sua carriera.

E invece, questa volta, è stato lui, quell’Hurkacz parso così a proprio agio in Florida a giocarsi un 1000, a sembrare davvero fuori posto per buona parte della partita. Per quasi quaranta minuti è stato un punching ball nelle mani di Matteo, sceso in campo con gli occhi della tigre, di chi voleva cogliere solo ed esclusivamente l’occasione che si è costruito non solo in queste due settimane, ma in anni di allenamento e di miglioramento dei propri difetti. Sotto 2-0 il polacco è salito di tono, ma più per una questione nervosa e soprattutto ambientale con la spinta del pubblico, ma in fondo l’azzurro non ha mai dato l’impressione di poter perdere questa partita.

Perché Berrettini non voleva proprio perdere. Nel suo sguardo non si è colto un momento di tensione o di paura. Voleva ottenere quella finale, voleva mettere due piedi nella storia. E magari, ha voluto vendicare (riuscendoci) anche Jannik Sinner, che contro quel muro polacco ci è sbattuto talmente forte che forse un po’ di scorie gli sono rimaste addosso in questi tre mesi. Mettendo a nudo il fatto che il muro era scalfibile, e che da due anni il miglior giocatore d’Italia è e rimane lui. Ora in bacheca c’è anche una finale Slam, che a questo punto vuole far diventare qualcosa di più.

Foto:LaPresse

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