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Wimbledon 2021, oggi non si gioca. Ma dal 2022 addio alla “Middle Sunday”
Le tradizioni sono fatte per essere rispettate. Ma in qualche caso, arriva il momento di rinnovarsi e di creare qualcosa di nuovo, per venire incontro a delle nuove esigenze. Quello che stiamo vivendo oggi è un giorno storico per Wimbledon: è l’ultima volta che si terrà il Middle Sunday, le ventiquattro ore di riposo tra prima e seconda settimana che precedono il ‘manic Monday’ in cui di norma si disputano tutte le partite degli ottavi di finale.
Come annunciato ad aprile, nel 2022 la prima domenica del torneo diventerà un giorno ‘come un altro’ e non più un momento di riposo dove potersi caricare in vista della seconda settimana di partite. Decisione presa dagli organizzatori durante lo scorso aprile durante la tradizionale conferenza stampa primaverile.
Una soluzione creata al tempo per venire incontro ai giardinieri di Wimbledon, che utilizzavano quel giorno per poter ‘rianimare’ i campi in erba dopo sei giorni intensi di match. Ma, con le nuove tecnologie, questo lavoro di manutenzione è diventato più semplice da eseguire, rendendo non più necessario questo giorno di riposo.
Nella storia del torneo il ‘Middle Sunday’ è stato annullato per quattro volte: la prima il 30 aprile del 1991, quando a causa della pioggia che travolse ininterrottamente la Gran Bretagna e le sole 52 partite giocate su 240 nella prima settimana, l’All England Club fu costretto ad interrompere una tradizione che durava ininterrottamente da 114 anni.
Una giornata che passò alla storia come ‘People’s Sunday’, con 25mila biglietti non numerati a disposizione a prezzi ridotti rispetto al solito e un’atmosfera caldissima sui campi londinesi. Questa situazione venne replicata eccezionalmente in altre tre occasioni: 1997, 2004 e 2016, sempre a causa del maltempo.
Nel 2022 invece, il ‘Middle Sunday’ diventerà un giorno di tennis come un altro: uno dei capisaldi di Wimbledon è caduto così, in una conferenza stampa. E l’essere in campo durante la domenica sui campi londinesi non darà più quella sensazione di sacralità come succede per l’ultima volta quest’oggi. Perché, quando scendevi in campo di domenica a Wimbledon, le soluzioni erano due: o eri costretto per recuperare partite rinviate, oppure si stava vivendo il sogno di una vita, tentare di conquistare i Championships.
Foto: LaPresse