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Atletica, Diamond League 2021 Losanna. Fraser-Pryce risponde a Thompson nei 100! Spettacolo Ingebrigtsen! Weir sesto nel peso

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E’ il meeting delle sorprese l’Athletissima 2021 di Losanna, nono appuntamento della Diamond League, collocato un po’ troppo a ridosso della tappa di Eugene, con il fuso orario da smaltire che ha inciso non poco sulla qualità di alcune gare. Assolutamente imprevedibili sono state le sconfitte di Armand Duplantis, solo quarto nell’asta con tre errori a 5.72 e di Elaine Thompson che però ha trovato davanti a sé una monumentale Shelly Ann Fraser-Pryce, capace di far segnare il terzo tempo all time nei 100 metri. Chi non perde mai è Jakub Ingebrigtsen che fa suo il 3000 piani uomini, con ben cinque medaglisti olimpici di varie gare al via e la venezuelana Yulimar Rojas che, aiutata dal vento, arriva a 15.56 a soli 11 centimetri dal suo record del mondo.

Prove in chiaroscuro degli azzurri: bene Zane Weir, sesto ma con un ottimo 21.20 nel getto del peso, meno bene il campione olimpico della 4×100 Fausto Desalu, ultimo nei 200 e una esausta Gaia Sabbatini che ha chiuso nona i 1500 pagando nell’ultimo giro la fatica accumulata per la trasferta statunitense di sabato scorso ma capace comunque di muoversi molto bene nel primo chilometro di gara.

Grandissima gara del getto del peso nella quale è stato protagonista anche l’azzurro Zane Weir che non è andato lontano dal personale stagione, lanciando a 21.20 che però, visto il livello, gli è fruttato solo il sesto posto finale. Dopo il 22.81 ottenuto al primo lancio, lo statunitense Ryan Crouser, campione olimpico e recordman mondiale quest’anno, ha ottenuto nel lancio di finale 22.64 conquistando il successo, secondo posto per il neozelandese Walsh, 22.10 nel lancio di finale, il migliore di serata e terza piazza per il croato Mihaljevic con 20.36.

Per oltre un chilometro l’abruzzese Gaia Sabbatini si illude di poter migliorare il personale ma nell’ultimo giro arriva la fatica degli ultimi viaggi per la mezzofondista azzurra che cala decisamente il ritmo e chiude nona con 4’10”61. La vittoria va alla etiope Freweyni Grebeezibeher con 4’02”24, seconda piazza per la australiana Linden Hall che aveva preso un buon vantaggio ai 600 metri dal traguardo ma si è fatta rimontare nel finale (4’02”95), terzo posto per la statunitense Norris con 4’03”27.

Nei 200 maschili il campione olimpico azzurro della 4×100 Fausto Desalu dà l’impressione di potersela giocare con i migliori ma nel finale perde terreno e chiude all’ultimo posto con un modesto 20”56, tenuto conto che il vento a favore era +3.2. Non sarà omologato ma è comunque un grande crono quello del vincitore, lo statunitense Kenneth Bednarek, argento a Tokyo, che natte tutti in 19”56, seconda piazza l’argento dei 100 di Tokyo Fred Kerley con 19”77, terzo posto per l’oro dei 400 dei Giochi, il bahamense Steven Gardiner con 20”11.

La prima grande sorpresa arriva dal salto con l’asta dove il numero uno incontrastato della specialità, Armand Duplantis, lo scorso anno 6.07 da queste parti, paga il calo di adrenalina dopo l’oro olimpico e per una volta non vince, fermandosi ad un modesto, per lui, 5.62. Ne approfittano gli statunitensi con l’argento di Tokyo Cristopher Nilsen che vince con 5.82 superato al primo tentativo, a differenza di Kendricks, secondo perchè  aveva superato la stessa misura al secondo tentativo. Terzo posto per il russo Morgunov con 5.72

La seconda sorpresa, supportata da un risultato straordinario, porta la firma della giamaicana numero due, Shelly Ann Fraser-Pryce che corre i 100 con 1.7 di vento a favore in 10”60, terzo tempo di sempre al mondo, quattro giorni dopo che la sua compagna-avversaria. La più attesa a Losanna, aveva fatto segnare 10”54 a Eugene. La Fraser-Pryce parte fortissimo e stavolta riesce a resistere alla progressione della Thompson che chiude in 10”64, un tempo comunque di straordinario livello. Terzo posto per la terza giamaicana, Shericka Jackson con 10”94. Sotto gli 11” anche Ta Lou (10”94), Neita (10”96) e Del Ponte (10”97).

Nei 3000 piani maschili, con cinque vincitori di medaglie di altri tre eventi a Tokyo in pista, Jakub Ingebrigtsen trionfa sceglie il modo più complicato per vincere. Fa scappare il “solito” australiano McSweyn alle spalle della lepre Kibet, lo va a prendere ai 1800 metri, procede per due giri assieme all’australiano ma da dietro arriva minaccioso l’etiope Berihu Aregawi che aggancia i due fuggitivi a 300 metri dal traguardo e lancia la volata ma il norvegese non si fa sorprendere e, nel rettilineo finale, riesce ad avere la meglio con 7’33”06. Secondo posto per Aregawi con 7’33”39, terza piazza per McSweyn con 7’35”06, poi Balew, Barega, Edris, Krop e Kipsang per un contingente africano che esce ancora una volta con la coda fra le gambe.

Niente exploit sui 400 piani (si era parlato alla vigilia di assalto al record europeo) per il norvegese Karsten Warholm, attesissimo, dopo il fantastico record del mondo nei 400 ostacoli a Tokyo. Il norvegese ha chiuso al quarto posto, “accontentandosi” del personale stagionale con un 45”51 da non gettare ma è incredibile il fatto che questo tempo, più o meno, Warholm lo ha corso con gli ostacoli a Tokyo.  Vittoria per lo statunitense Wilbert London con il tempo di 45”17, seconda piazza per Isaac Makwala (medaglia di bronzo 4x400m per il Botswana) in 45”20. Deludente anche la prova dell’olandese Bonevacia, terzo con 45”41.

Tornando ai 400 ostacoli, ma femminili, finale straordinario per l’olandese Femke Bol che, più riposata rispetto alle rivali che avevano gareggiato sabato scorso a Eugene, con il tempo di 53”05, secondo posto la statunitense Little con 53”78, terza piazza Ryzhykova con 54”32, quarta una stanchissima Muhammad (54”50), quinta la svizzera Lea Sprunger che, davanti al pubblico di casa, disputa l’ultima gara della carriera.

Non una gara straordinaria anche nei 400 femminili (dove la gara era valida per la Diamond League). Il successo è andato all’argento di Tokyo, Marileidy Paulino con 50”40 davanti alla rappresentante di Barbados con Sada Williams con 50”77 e terza piazza per Quanera Hayes, statunitense, in 51”06, crollata fino al quinto posto la giamaicana McLeod, che aveva guidato la prima parte di gara.

Negli 800 uomini il canadese Marco Arop, deludente ai Giochi, si va a prendere la seconda vittoria consecutiva dopo quella di Eugene, con il crono di 1’44”50. Battuto in una volata lunghissima i due protagonisti della doppietta kenyana a Tokyo: Emmanuel Korir che ha chiuso in rimonta a 1’44”62 e Ferguson Rotich, più staccato a 1’45”48.

Delude il campione olimpico Parchment nei 110 ostacoli: la vittoria va allo statunitense Devon Allen (quarto a Tokyo) che chiude in 13”07 ma con 2.9 metri di vento a favore che non permetterà l’omologazione del risultato cronometrico. Secondo posto per lo svizzero Jason Joseph, che chiude in 13”11, terza piazza per il francese Martinot-Lagarde in 13”17.

Yulimar Rojas viaggia su livelli completamente diversi e inarrivabili per tutte le rivali nel salto triplo donne. La campionessa olimpica venezuelana, sfruttando anche il vento a favore di +3.5 mette subito le cose in chiaro raggiungendo 15.56, a 11 centimetri dal suo mondiale. Nel salto di finale si “accontenta” di un 15”11 che le permette di vincere davanti alla giamaicana Ricketts con 14.52 nel salto di finale (15.02 ventoso al secondo tentativo) e terzo posto per l’israeliana Minenko che aveva saltato 14.47 al primo tentativo e nel salto di finale si è fermata a 12.62.

Nel lungo femminile rivoluzione con il salto di finale con la vittoria che va alla serba Ivana Spanovic che piazza al momento decisivo il 6.73 (era comunque arrivata a 6.85 durante la gara), secondo posto per la svedese Sagnia che, dopo aver ritoccato il personale con 6.92, si ferma a 6.64 nell’ultimo salto. Terza piazza per la britannica Sawyers che, dopo aver raggiunto 6.66 al penultimo salto, non riesce ad andare oltre a 6.43 nel sesto e decisivo tentativo.

Vittoria di rabbia del tedesco Johannes Vetter con 86.34 nel lancio di finale ma con un 88.54 al terzo tentativo. La delusone di Tokyo è forte e un successo a Losanna non può bastare a lenire il dolore per il tedesco che ha tenuto alle sue spalle il medagliato di Tokyo Jakub Vladejch con 79.10 nmel lancio di finale (85.73 al secondo tentativo) e terza piazza per Anderson Peters con 72,.48 nel lancio di finale, non all’altezza dell’84.32 del quarto tentativo.

La campionessa olimpica Mariya Lasitskene si conferma regina del salto in alto e supera al primo tentativo 1.98, mentre la sua avversaria, la ucraina Mahuchikh riesce a scavalcare questa misura al terzo tentativo e chiude al secondo posto. Terza piazza per McDermott con 1.95. Stesse atlete del podio di Tokyo ma con secondo e terzo posto invertiti.

Nei 200 donne vittoria per la olandese Van Hunestijn con 22”78 davanti alla tedesca Schwab con 22”97 e alla polacca Kielbasinska con 23”08. Successo per la britannica Ellie Baker negli 800 in 2’00”45 davanti alla svizzera Hoffmann in 2’01”06 e alla norvegese Hynne in 2’01”17.

Foto Lapresse

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