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Atletica, Diamond League 2021 Losanna. Tamberi: spettacolo in piazza. Diciannove ori di Tokyo illuminano la pista svizzera

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Doppia notte delle stelle a Losanna dove, per la nona tappa della Diamond League, si radunano gran parte dei protagonisti di Tokyo, in quella che si può considerare una vera parata di grandissimi campioni dell’atletica mondiale, visto che sono ben 19 le medaglie d’oro di Tokyo radunate in un solo meeting, il tradizionale Athletissima che si tiene nella città che ospita la sede del CIO e di tante Federazioni mondiali. Tra questi nel gustoso antipasto del City Event, che lo scorso anno regalò uno spettacolo con il salto con l’asta, c’è il campione olimpico del salto in alto Gianmarco Tamberi che questa sera sarà il protagonista assoluto del City High Jump. Non ci sarà il suo coinquilino nel gradino più alto del podio di Tokyo Mutaz Essa Barshim, che aveva dato la sua disponibilità a partecipare al meeting fin quando l’emiro del Qatar, lo sceicco Tamin bin Hamad Al-Thani, gli ha chiesto di essere il suo ospite d’onore a una funzione celebrativa nella sua dimora proprio giovedì sera: un invito che non poteva essere rifiutato.

Ci saranno, comunque, altri protagonisti dell’alto mondiale come Maksim Nedasekau, il bielorusso campione europeo, proprio davanti a Tamberi, a Torun in marzo e medaglia di bronzo a Tokyo, con tanto desiderio di riscatto, il russo Ilya Ivanyuk, lo statunitense Shelby McEwen e l’ucraino Andriy Protsenko, tutti finalisti a Tokyo. Non ci sarà invece Marco Fassinotti vittima di un problema muscolare.

Altri tre azzurri saranno protagonisti del meeting vero e proprio che si terrà giovedì, allo stadio de La Pontaise. Il campione olimpico della 4×100 Fausto Desalu sarà ai blocchi di partenza sui 200 metri, che lo hanno già visto trionfare due volte in Diamond League, il pesista Zane Weir, reduce dal grande quinto posto di Tokyo e l’immancabile Gaia Sabbatini, protagonista dei 1500 dopo aver disputato le la semifinali dei Giochi, aver vinto gli Europei under 23 e aver chiuso al decimo posto con un ottimo crono sabato scorso ad Eugene (unica italiana a disputare entrambe le tappe post-Giochi della Diamond League).

Per il resto solo gare di altissimo livello con atleti che hanno infiammato le sfide olimpiche di Tokyo, a partire dal Superman norvegese dei 400 ostacoli Karsten Warholm, fino ad arrivare alla triplista venezuelana Yulimar Rojas, passando dalla regina dello sprint giamaicano Elaine Thompson-Herah, che potrebbe dare l’assalto al record mondiale di Florence Griffith, dal pesista statunitense Ryan Crouser e dal mezzofondista norvegese, campione dei 1500 Jakob Ingebritsen o dal recordman mondiale e campione olimpico di salto con l’asta, lo svedese Armand Duplantis.

Elaine Thompson-Herah è stata la protagonista della finale dei 100 metri femminili a Tokyo ma ha addiruttra fatto meglio (10”54) sabato a Eugene e adesso potrebbe completare l’opera dando l’assalto al record mondiale di 10”49, a lungo ritenuto intoccabile, imitando Leroy Burrell (che all’inizio di questo mese ha perso il figlio Cameron, medaglia d’oro mondiale U20 4×100) il quale tolse a Carl Lewis su questa pista il primato dei 100 con 9”94 nel 1994. Le connazionali Shelly-Ann Fraser-Pryce e Shericka Jackson cercheranno di avvicinarsi in qualche modo alla compagna-rivale. Al via nei 100 donne anche altre tre finaliste olimpiche,  Marie-Josee Ta Lou della Costa d’Avorio e il duo di casa composto da Ajla del Ponte e Mujinga Kambundji.

Il salto con l’asta lo scorso anno regalò emozioni fortissime nella piazza di Losanna con la sfida sui limiti del record del mondo e comunque sopra ai sei metri, tra lo svedese Armand Duplantis e lo statunitense Sam Kendricks: la prima gara in cui due uomini hanno superato 6,02 con lo svedese (che al Golden Gala avrebbe ritoccato il record del mondo all’aperto) che vinse a 6.07. Quest’anno Duplantis sarà nuovamente al via ma stavolta allo stadio con l’obiettivo di scavalcare quel 6.19 che lo porrebbe in cima a tutte le graduatorie mondiali. Kendricks tornerà in gara dopo aver perso i Giochi Olimpici a causa del Covid. In gara anche lo statunitense Chris Nilsen, argento a Tokyo, e l’ex detentore del record mondiale, il francese Renaud Lavillenie.

Attesa febbrile per i 400 maschili dove al via ci sarà il re dei 400 ostacoli Karsten Warholm, trionfatore a Tokyo con un fantasmagorico 45”94 (tempo che avrebbe permesso al norvegese di vincere tutte le finali olimpiche dei 400 metri piani fino al 1960). Potrebbe essere la nuova sfida di Warholm quella dei 400 pian, di cui è primatista norvegese con 44.87. Il confronto è di quelli durissimi con altri tre vincitori di medaglie di Tokyo: Isaac Makwala (medaglia di bronzo 4x400m per il Botswana), Vernon Norwood (che ha vinto l’oro nella 4x400m maschile e il bronzo nella 4×400 mista) e l’olandese Liemarvin Bonevacia (argento con la 4×400), oltre a Wilbert London, che ha vinto due ori in staffetta con gli Usa ai Mondiali 2019 di Doha.

Restando in Norvegia, anche Jakob Ingebrigtsen si avventura in una distanza diversa da quella dove ha vinto l’oro a Tokyo, dai 1500 ai 3000 e, tanto per cambiare, punta al record europeo della distanza, da aggiungere a quelli dei 1500 e dei 5000. L’obiettivo sarà superare il belga Mohammed Mourhit ed il suo primato continentale di 7’26”62. In pista anche cinque vincitori di medaglie di altri tre eventi a Tokyo: il campione olimpico dei 10.000 metri Selemon Barega dell’Etiopia e la medaglia di bronzo dei 10.000 metri l’ugandese Jacob Kiplimo, che ha vinto il titolo mondiale di mezza maratona lo scorso anno. Al via anche il secondo e il terzo dei 5000 a Tokyo, entrambi protagonisti del doppio miglio a Eugene, il canadese Moh Ahmed e Paul Chelimo degli Stati Uniti, oltre all’argento mondiale e olimpico, l’etiope Lamecha Girma.

Ryan Crouser, dopo il 23.15 nel getto del peso di sabato scorso, ritrova due avversari di Tokyo e di Eugene, il campione del mondo all’aperto, il compagno di squadra statunitense Joe Kovacs e il neozelandese Tom Walsh, campione del mondo indoor. Crouser è Imbattuto da 21 garem, da quando ha perso il titolo mondiale a Doha 2019 contro Kovacs di un centimetro. Il suo record del mondo di 23.37 è in pericolo.

Nel salto triplo femminile la colombiana Rojas, dopo il 15.67 che l’ha portata sul tetto del mondo, affronta la portoghese Patricia Mamona, argento a Tokyo con 15,01. C’è la campionessa olimpica al via anche nel salto in alto femminile: la russa Mariya Lasitskene si scontra di nuovo con l’australiana Nicola McDermott e con  l’ucraina Yaroslava Mahuchikh, che hanno occupato i primi tre posti in classifica.

Gli 800 metri maschili sono praticamente la riedizione della finale olimpica, visto che in partenza ci sono i primi sette di Tokyo, guidati dai medaglisti kenyani Emmanuel Korir e Ferguson Rotich e dal polacco Patryk Dobek. Un infortunio ha impedito al campione di Tokto, l’indiano Neeraj Chopra di essere al via nel tiro del giavellotto, che vedrà comunque tra i protagonisti Jakub Vadlejch e Vitezslav Vesely, i cechi che hanno conquistato argento e bronzo, oltre al numero 2 di tutti i tempi Johannes Vetter, solo nono a Tokyo e tra i grandi delusi della manifestazione.

Il campione a Cinque Cerchi giamaicano Hansle Parchment sarà al via dei 110 ostacoli, mentre il bahamense, vincitore dei 400 Steven Gardener si trasferisce temporaneamente ai 200 per affrontare gli statunitensi Kenny Bednarek e Fred Kerley, le medaglie d’argento olimpiche rispettivamente sui 200 e sui 100. I 400 ostacoli femminili promettono spettacolo: a 31 anni, Lea Sprunger darà l’addio all’attività che le ha regalato grandi soddisfazioni in carriera, con la gemma del titolo europeo. Al via anche la campionessa mondiale statunitense Dalilah Muhammad e la medaglia di bronzo olimpica, la giovane olandese Femke Bol.

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