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Atletica, Diamond League Eugene. Fuochi d’artificio negli States! Thompson e Lyles nella storia, Ingebrigtsen e Jeruto: mezzofondo da urlo

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Un meeting da favola, un’ottava tappa della Diamond League da ricordare quella che si è disputata ieri sera a Eugene, negli Stati Uniti, la prima dopo i Giochi di Tokyo, occasione ghiotta per conferme ma anche per riscatti da parte di chi in Giappone non ha ben figurato. Lo spettacolo non è mancato a tutti i livelli e in quasi tutte le gare.

Su tutti la velocità con lo strepitoso crono sui 100 di Elaine Thompson, arrivata ad un soffio (5 centesimi) dal crono ritenuto da tutti inarrivabile di Florence Griffith e il fantastico 19″52 di Noah Lyles, uno dei delusi di Tokyo, sui 200 metri, senza contare il 9″73 ventoso di Andrè De Grasse nei 100 uomini.

Nel mezzofondo Jakub Ingebrigtsen si è confermato in grandissima forma dominando il miglio, mentre la donna della serata è stata la kenyana Jeruto, assente in Giappone, capace di correre i 3000 siepi con il terzo crono di sempre, davanti all’argento di Tokyo, l’americana Frerich, che ha migliorato il record americano con il quarto crono all time. Fantastico anche lo statunitense Ryan Crouser che ha lanciato il peso a 23.15, record della Diamond League e misura inarrivabile per qualsiasi rivale al momento.

La gara della serata è stata sicuramente quella dei 100 piani donne con il record giamaicano e personale per la campionessa olimpica Elaine Thompson che vola nel finale, fa segnare il crono di 10″54 a soli 5 centesimi dal record mondiale di Florence Griffith e batte le connazionali Fraser-Pryce con 10″73 e Jackson, terza con 10″76, record personale. Splendido tempo nei 200 del grande deluso di Tokyo, lo statunitense Noah Lyles che trova il guizzo vincente e fa capire cosa potrà accadere fra un anno da queste parti al Mondiale con una pista velocissima. Rettilineo finale da urlo per Lyles che domina in 19″52, secondo posto per l’argento olimpico statunitense Bednarek con un ottimo 19″80, terza piazza per Josephus Lyles con 20″03, personale, poi Brown, Benjamin e Blake.

Nei 100 uomini, “orfani” del campione olimpico azzurro Marcell Jacobs, con il vento di 2.9 a favore che ha annullato il valore di tutti i riscontri cronometrici, il canadese Andrè De Grasse si conferma il migliore velocista del momento vincendo con 9″73 grazie a un finale travolgente, secondo posto per lo statunitense Kerley con 9″78, terza piazza per lo statunitense Baker con 9″82, quarto un ancora deludente Bromell con 9″88, quinto Norman, specialista dei 400, con 9″90.

Grande protagonista della serata il mezzofondo con gare mozzafiato, disputate su tempi di valore assoluto. Straordinario Jakob Ingebrigtsen che domina il tradizionale miglio. Record personale, migliore prestazione mondiale stagionale e norvegese per il campione olimpico che si impone in 3’47″24. Secondo posto per l’australiano McSweyn autore del l’azione decisiva della gara con 3’48″40, terza piazza e vittoria dello sprint del gruppo per il kenyano Cheruiyot mai in gara per la vittoria, con 3’51″17.

Negli 800 maschili gran finale del canadese Arop che si rifà dopo la brutta prova in semifinale a Tokyo e va a vincere in 1’44″51, secondo posto per il kenyano Rotich con 1’45″02, terzo posto per il campione olimpico Korir con 1’45″05, poi Giles, Murphy e Harris. In campo femminile, nella riproposizione della finale di Tokyo ancora un assolo della statunitense Mu, campionessa olimpica, che si conferma la più forte di tutte dominando con il nuovo personale, record statunitense e miglior tempo stagionale: 1’55″04, secondo posto per la statunitense Grace in 1’57″60, terza piazza per la giamaicana Goule con 1’57″70, crollano le britanniche, quinta Hodgikinson, ottava Reekie.

Nei 3000 siepi donne se ne va a 600 metri dal traguardo la kenyana Jeruto che, nonostante la scarsa assistenza della lepre, fa segnare un tempo di altissimo livello, 8’53″65, miglior tempo stagionale, terzo tempo all time. Secondo posto per l’argento olimpico, la statunitense Frerichs che ha fatto segnare il nuovo record americano in 8’57″77, quarto tempo all time, terzo posto per la kenyana Kiyeng con 9’00″05. Gara di livello stratosferico. Nell’insolita distanza del doppio miglio il campione olimpico ugandese Cheptegei dei 5000 si impone a braccia alzate con un grandissimo finale e il crono di 8’09″55, miglior prestazione stagionale mondiale, secondo posto per l’etiope Barega che prova a rimontare nel finale ma chiude con 8’09″82, terzo posto per lo statunitense Chelimo, bronzo olimpico dei 5000, con il tempo di 8’09″83, poi Kiplimo, Aregawi, Fisher.

Nei 1500 donne dominio assoluto della kenyana Faith Kipyegon che punta al record del mondo e lo sfiora con 3’53″23, seconda piazza per la australiana Hall che chiude in 3’59″73, terza piazza per la statunitense Norris in 4’00″07. Grande finale dell’azzurra Gaia Sabbatini che ha sofferto il ritmo altissimo nella prima parte di gara staccandosi dal gruppo di testa ed è risalita nel finale concludendo con 4’04″55, al decimo posto davanti nientemeno che alla britannica Muir, crollata nel finale.

Nei 400 ostacoli donne, assente la campionessa olimpica e nuova primatista mondiale McLaughlin ci pensa la statunitense Dalilah Muhammad a regalare spettacolo vincendo in 52″77 con una prima parte di gara travolgente e un po’ di inevitabile fatica nel finale. Seconda piazza per la statunitense Little in 53″79, terza piazza per la panamense Woodruff, nuovo record di Panama e del Centro America con 54″20.

Nel salto triplo uomini domina il campione olimpico, il portoghese Pedro Pablo Pichardo. Dopo aver saltato 17.24 in apertura e passato quattro turni, piazza un 17.63 nel salto di finale che gli permette di vincere la gara, secondo posto per Zango del Burkina Faso con 17.08, terzo per lo statunitense Scott con 16.96. Quinto Andrea Dallavalle con un discreto 16.80. La statunitense Naegotte, campionessa olimpica, supera al terzo tentativo 5.82 e vince una gara non eccezionale di salto con l’asta femminile. Niente da fare per la britannica Bradshaw che non supera questa misura, terza la statunitense Gruver.

Nel peso gara stupenda e finale non all’altezza delle prime cinque rotazioni. Lo statunitense Ryan Crouser, campione di tutto, scaglia il peso a 23.15, misura di valore assoluto e inarrivabile per tutti gli altri. Per vincere la gara, però, gli basta il peggior lancio di serata, 22.41, secondo posto per il brasiliano Romani con 21.44, terzo posto per lo statunitense Kovacs che fa segnare un nullo nel finale dopo il 21.96 che, in una gara normale, gli sarebbe valso il secondo posto.

Infinita la sfida nel salto in alto femminile. La statunitense Cunningham e la ucraina Geraschchenko superano 1.98 entrambe la seconda prova e sono a pari in tutto. E’ spareggio nel quale si scende a forza di errori fino a 1.92, misura superata da entrambe le atlete. A 1.94 Geraschchenko riesce finalmente ad avere la meglio, superando la misura in concomitanza con l’errore di Cunningham. Le sono serviti 18 salti per vincere. Male l’azzurra Alessia Trost che chiude al sesto posto ma avendo superato solo 1.83. 

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