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Atletica e la rivoluzione tecnologica: nuovi materiali e scarpe con le ali ai piedi. Tempi di un altro pianeta. E Warholm…
L’atletica leggera si trova nel bel mezzo di un’autentica rivoluzione tecnologica, destinata a cambiare definitivamente i connotati a quella che è considerata la Regina degli Sport. Da qualche mese hanno infatti debuttato delle scarpe di nuova generazione, che hanno già spostato i limiti di moltissime specialità, in particolar modo per quanto concerne il settore della corsa. Lo scossone delle calzature sancito da World Athletics sta già producendo i primi effetti alle Olimpiadi di Tokyo 2021, dove tra l’altro è stata preparata una pista davvero molto veloce e che sembrava permettere agli atleti di potersi esprimere ben oltre i limiti previsti.
Tutte le case produttrici si stanno sfidando a viso aperto su questo nuovo terreno di caccia. Le liste all-time di fondo e mezzofondo sono già state in parte stravolte nel corso della stagione e vedremo anche altri ribaltoni durante i Giochi, ma a lasciare tutti impressionati è stato quanto fatto da Karsten Warholm sui 400 metri ostacoli. Il norvegese ha corso un surreale 45.94 in finale, migliorando di 76 centesimi il già suo primato siglato un mese fa.
Lo scandinavo ha scritto una pagina di fantascienza, in una gara che forse ha messo in mostra tutti i benefici dei nuovi materiali: due atleti sotto al precedente record del mondo (lo statunitense Rai Benjamin ha chiuso in 46.17), tre record continentali (ovviamente quello europeo di Warholm, quello nordamericano per Benjamin, quello sudamericano per il brasiliano Alison Dos Santos in 46.72), tre atleti sotto i 47 secondi, 6 record nazionali. Staremo a vedere quello che succederà nelle restanti prove di fondo e mezzofondo, ma anche in Maratona, nei prossimi giorni. Di sicuro, però, siamo entrati in una nuova era dell’atletica leggera, quasi paragonabile a quella dei costumoni che segnò la storia del nuoto.
Foto: Lapresse