Atletica
Atletica, l’Italia spezza il tabù d’oro alle Olimpiadi dopo 13 anni!
E’ il giorno della storia e ognuno può ritenersi fortunato ad averlo vissuto. Lo sport italiano e l’atletica italiana possono sorridere perché quanto accaduto ha in sé dei connotati “metafisici”.
I due ori olimpici a Tokyo di Marcell Jacobs e di Gianmarco Tamberi hanno regalato qualcosa di inimmaginabile e di imprevisto agli appassionati italiani. Nessuno avrebbe potuto lontanamente immaginarsi che il primo nei 100 metri piani e il secondo nel salto in alto potessero aggiudicarsi il metallo più pregiato a Cinque Cerchi.
L’ultimo a salire sul gradino più alto del podio olimpico era stato Alex Schwazer che trionfò il 22 agosto 2008 nella 50 km di marcia. Qui però parliamo di due specialità che sono sorta di circolo privato dell’eccellenza e il peso delle stesse non ha eguali.
Tamberi aveva un conto in sospeso con il destino: un infortunio lo aveva privato molto probabilmente di una medaglia alle Olimpiadi di Rio 2016. Cinque anni dopo l’estroverso atleta marchigiano si è riscattato portando con sé, sul campo di gara, quel gesso con scritto “Road to Tokyo 2020”, corretto in “Tokyo 2021”, assai significativo. Un gradino più alto condiviso con il fuoriclasse qatariano Mutaz Essa Barshim, protagonisti del medesimo percorso (2.37 e tre errori a 2.39) e d’accordo sul condividere il successo. Si tratta della quarta medaglia olimpica italiana in questa specialità, ricordando i tre podi di Sara Simeoni, tra cui l’oro nel 1980.
E poi l’impresa delle imprese. Pensare che un italiano potesse vincere la Finale olimpica dei 100 metri era qualcosa ben al di là dell’immaginabile. Eppure, quest’oggi il nome dell’uomo più veloce del pianeta è quello di Marcell Jacobs. Un successo con il tempo sensazionale di 9.80 (primato europeo) davanti allo statunitense Fred Kerley e al canadese Andre De Grasse.
Un risultato che, a livello maschile, non ha precedenti visto che nessuno degli azzurri aveva raggiunto l’atto conclusivo. A livello femminile Giuseppina Leone nel lontano 1960 colse il bronzo in questa specialità, ma qui parliamo di un’altra era e di un altro metallo. Un successo pesantissimo, quindi, che non dimenticheremo mai valsa la 27ma medaglia ufficiale in questi Giochi (4 ori, 8 argenti e 15 bronzi), senza considerare l’aggiornamento del podio certo dei velisti Tita/Banti.
Foto: LaPresse