Atletica
Atletica, Marcell Jacobs: “Volevo vincere, era il mio sogno. Tamberi mi ha caricato”
E’ tutto vero: l’uomo veloce del pianeta è italiano e il suo nome è Marcell Jacobs. L’azzurro stupisce gli italiani e il mondo e vince l’oro dei 100 metri piani, la gare regina delle Olimpiadi. A Tokyo, una giornata incredibile per l’atletica italiana e lo sport italiano, considerando anche l’oro di Gianmarco Tamberi nel salto in alto.
Qualcosa che si fa davvero fatica a raccontare, ma che nei fatti è accaduto. Un atto conclusivo corso da veterano e, dopo il primato italiano ed europeo stabilito nelle semifinali (9″84), Jacobs è riuscito a fare ancora meglio con il tempo di 9″80 a precedere l’americano Fred Kerley (9″84) e il canadese Andre de Grasse (9″89).
Per l’atletica leggera italiana è la seconda medaglia nei 100 metri dopo il bronzo ottenuto a Roma da Giuseppina Leone nel lontano 1960, ma questa ha un sapore tutta particolare perché mai nessun italiano aveva affrontato una Finale di questo genere e, chiaramente, ottenuto questo risultato. “E’ un sogno che si realizza, mi sentivo meglio della semifinale e mi sono concentrato al massimo per correre il più velocemente possibile. Impiegherò una settimana per capire cosa sia accaduto“, le prime parole a caldo di Marcell.
“E’ un risultato che parte da lontano e infatti devo ringraziare la mia famiglia, il mio staff e la mia mental coach Nicoletta Romanazzi. Avevo detto all’inizio che il mio traguardo era la Finale, ma una volta che c’ero è chiaro che il desidero era quello di vincere. Sono partito come non mai e quando mi sono visto davanti a tutti ho sfogato con un urlo il mio entusiasmo“, ha aggiunto l’azzurro.
Giornata storica si diceva per l’oro di Tamberi nel salto in alto (con la stessa misura del qatariota Mutaz Essa Barshim). Un riscontro pazzesco che ha dato ancor più energie a Marcell: “Vedere Gimbo vincere in quel modo mi ha caricato ancora di più e, visto che c’era riuscito lui, volevo fare lo stesso. Sapevo che poi quando avrei tagliato il traguardo per primo, lui ci sarebbe stato ed è stato bellissimo abbracciarci“.
A chiosa la dedica: “Alla mia famiglia e a chi ha creduto sempre in me. Questo risultato ha queste basi“.
Foto: LaPresse