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Atletica, Olimpiadi Tokyo. Gianmarco Tamberi, un oro anche grazie a Mutaz Essa Barshim: il qatariota lo aiutò nel momento peggiore

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Un momento magico, per Gianmarco Tamberi. Dopo aver toccato il baratro poco prima delle Olimpiadi di Rio de Janeiro nel 2016, con un infortunio che gli tolse la possibilità di gareggiare per una più che probabile medaglia, l’azzurro ha vissuto la sua rivincita nella giornata di ieri, prendendosi l’oro nella gara di salto in alto a pari merito con l’atleta qatariota Mutaz Essa Barshim.

La scena in cui il giudice annuncia loro che possono mettersi d’accordo per condividere l’oro seguita da un sentitissimo abbraccio è entrata di diritto nella storia dei Giochi, con lo spirito olimpico che praticamente straborda. Ma quello che abbiamo visto nella giornata di ieri a Tokyo non è stato qualcosa di estemporaneo, ma è radicato molto più in là con il tempo, precisamente al 2017.

Dobbiamo tornare indietro al ritorno in gara di Gianmarco, avvenuto proprio durante quella stagione. Durante un’intervista raccontò di una sua brutta gara a Parigi, in cui sentì un’enorme frustrazione. Chiusosi in camera, fu proprio Barshim a voler parlare direttamente con lui: “Mutaz ha iniziato a bussare alla mia stanza e non voleva andare via. Prima volevo solo che se ne andasse. Insisteva e gridava: “Gimbo. Gimbo, per favore, voglio parlarti. Così ho ceduto e l’ho fatto entrare. Ho pianto davanti a lui, ha cercato di calmami e mi ha detto quello che aveva da dire”.

Barshim, che condivideva con Tamberi un pesante infortunio avuto nel 2018, riuscì a confortare l’azzurro con poche, semplici parole: Hai avuto un grosso infortunio, sei già tornato nella Diamond League. Nessuno se lo aspettava. Ma ora devi prenderti il ​​tuo tempo, non aspettarti troppo presto da te stesso. Basta vedere cosa succede”Parole che hanno convinto Gianmarco a rimettersi in carreggiata, fino alla gara di ieri. Culminata in un abbraccio fra due avversari, ma soprattutto due amici, che hanno potuto godersi il momento più bello delle loro vite insieme.

Foto: LaPresse

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