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Atletica, Tokyo 2020. Alessandro Sibilio: “Sono stati i 10 minuti più lunghi della mia vita”

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Strepitoso. Esaltante Alessandro Sibilio. Il ventiduenne napoletano si è superato ancora una volta, affrontando una meravigliosa semifinale dei 400 metri ostacoli maschile, in quella che è l’occasione più importante della vita, e che gli ha regalato la finale olimpica di martedì 3 agosto. 

Il suo è un 47.93 stellare, nonché la seconda prestazione italiana di sempre, a meno di quattro decimi dal record italiano dell’icona Fabrizio Mori (47.54). Il brasiliano Dos Santos ed il qatarino Samba sono scappati via come da pronostico, con tutti al loro inseguimento, salvo Sibilio, che ha seguito la sua prova contraddistinta da cadenze regolari e calcoli matematici. All’attacco del rettilineo è sesto, ma è lì che la strategia ha cominciato a pagare.

Gli altri calano, e l’azzurro innesta il turbo, infilandoli tra le ultime due barriere e i 40 metri finali. Dos Santos fa 47.31 e centra il record sudamericano, Samba lo stagionale a 47.47, Sibilio è terzo in 47.93. Il suo è il sesto tempo assoluto, nella lista guidata dal norvegese Karsten Warholm (47.30).

Sono stati i 10 minuti più lunghi della mia vita, sono quasi in lacrime – ha detto a caldo ai microfoni della RAI dopo aver avuto la certezza di essersi qualificato per la finale – Non piango solo perché sono qui a fare l’intervista. Voglio ringraziare la mia mental coach, ieri volevo non correre, ero sconfortassimo e mi ha dato una grossa mano. Ho avuto un inizio difficile, poi sono andato in progressione e non pensavo di essere tra i migliori. L’ho sognato tante volte“.

Foto: Lapresse

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