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Atletica, vergognosi attacchi a Marcell Jacobs! Allusioni di doping da stampa inglese ed americana

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Il day-after delle imprese di Marcell Jacobs e di Gianmarco “Gimbo” Tamberi fatica ancora a essere metabolizzato. Le portate delle imprese olimpiche dei due azzurri, vincitori rispettivamente dei 100 metri piani e del salto in alto a Tokyo, non facilitano il tutto. Una giornata speciale quella che si è conclusa in Giappone, per le premiazioni che hanno riguardato i due alfieri del Bel Paese.

Sono ore di grande gioia, ma non tutte le ciambelle escono con il buco. Il riferimento è a come la prestazione di Jacobs sia stata analizzata dai media americani e britannici. Una polemica a dir poco vergognosa in cui le allusioni di doping sono piuttosto chiare. Il Washington Post lo definisce “Obscure Italian from Texas” e sostiene: “La storia recente dell’atletica mondiale è disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping“.

Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all’atletica no”. In sostanza, una tesi secondo cui il vincitore dell’oro olimpico faccia parte del club degli imbroglioni, dal momento che della sua esistenza nessuno ne sapesse nulla prima della vetrina a Cinque Cerchi. Un punto di vista sostenuto anche dalla stampa d’Oltremanica. Il Times rincara la dose: “Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l’arrivo di una nuova stella mette in allerta“. Parole pesanti accompagnate dalla constatazione che delle 50 migliori prestazioni mondiali sui 100 metri piani, escluse le 14 di Usain Bolt, ne restano 36. E di queste, sono ben 32 quelle siglate da atleti dopati.

Al club si è aggiunto poi Matt Lawton, capo corrispondenti sportivi del Times, che in tweet ha alimentato ulteriori dubbi: “Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, ha rotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 in semi e 9,80 per vincere. Ah bene“.

Come se non bastasse, il Mirror, commentando la Finale dei 100 metri, ha titolato “The Google 100m”. In poche parole, si è detto che la qualità degli avversari affrontati da Jacobs non fosse così alta e il nome dei rivali da ricercare sul motore di ricerca. Una posizione, però, decisamente superficiale, tenendo conto che il terzo classificato Andre De Grasse abbia nel proprio palmares tre medaglie olimpiche a Rio 2016, mentre gli statunitensi Fred Kerley (argento) e Ronnie Baker fossero passati dalle qualificazioni in Trials su tempi altamente qualitativi, senza dimenticare il 9″81 stampato dal cinese Su Bingtian, primatista asiatico e medaglia d’argento ai Mondiali di Pechino. Ironia della sorte, c’era un britannico nell’atto conclusivo descritto, ovvero Zharnel Hughes, e le chance per il podio c’erano. Tuttavia, Hughes ha vanificato tutti per una falsa partenza.

In sostanza, ci troviamo al cospetto di congetture di bassa lega che evidenziano quanto sia difficile accettare le sconfitte.

Foto: LaPresse

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