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Ciclismo, Fabio Aru: un ritiro che arriva nel primo momento di risalita

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Un fulmine a ciel sereno quello arrivato ieri nel pomeriggio. Una notizia improvvisa, sicuramente inattesa per il momento. Fabio Aru, alla vigilia del via della Vuelta di Spagna, che correrà da capitano per il Team Qhubeka NextHash, ha annunciato con un emozionante post su Instagram il ritiro dalle corse professionistiche: quella iberica sarà l’ultima gara prima di appendere la bicicletta al chiodo.

Il sardo rappresenta per l’Italia la seconda punta in quest’ultimo decennio dopo l’inarrivabile Vincenzo Nibali. I risultati parlano chiaro: vincitore della Vuelta nel 2015, due volte sul podio al Giro d’Italia, trionfatore di tappe in tutti e tre i Grandi Giri, oltre ad altre vittorie di lusso (il campionato italiano) e piazzamenti di prestigio.

Purtroppo però diversi problemi, sia di carattere fisico in primis, che poi di carattere psicologico, sono andati a limitare le potenzialità illimitate dello scalatore tricolore. Quando sembrava essere pronto all’esplosione definitiva infatti è stato bloccato da diversi infortuni dai quali non è riuscito più a risalire.

Le pressioni su Aru sono state tante, l’Italia si aspettava tanto, forse troppo, dal corridore di Villacidro. Fa tanto stupore la scelta presa in questo momento proprio perché, dopo diverse stagioni buie, stavano forse iniziando ad arrivare sensazioni positive ed anche prestazioni tutt’altro che disprezzabili (non ultima la seconda piazza alla Vuelta a Burgos). Molto probabilmente però il sardo ha preferito lasciare senza toccare del tutto il fondo, come spesso accade a campioni affermati che si ostinano a voler continuare con la propria carriera.

Foto: Lapresse

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