Ciclismo

Ciclismo su pista, come l’Italia ha battuto la Danimarca. Ganna messo nella condizione di poter finalizzare

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Gli azzurri del quartetto dell’inseguimento a squadre su pista, per conquistare l’oro, oggi, dovevano fare la prestazione della vita. E così è stato. Il CT Marco Villa e i suoi collaboratori hanno preparato la sfida con la Danimarca in modo perfetto e i ragazzi, successivamente, l’hanno interpretata in modo altrettanto perfetto. Se Filippo Ganna, giustamente, si prende le luci della ribalta, a Francesco Lamon va dato il merito di essere stato colui che ha permesso la realizzazione del piano azzurro.

Due giorni fa, durante la batteria, l’Italia, rispetto alla Danimarca, aveva girato più piano nei primi 800 metri. Ieri, però, Lamon è migliorato rispetto al giorno precedente per quanto concerne le velocità di punta. Oggi, invece, è cresciuto anche in quanto a tenuta. Il risultato è stato che l’azzurro ha lanciato il quartetto del Bel Paese meglio rispetto al suo corrispettivo danese. In questo modo, l’Italia, che successivamente ha passato la palla a un Consonni abile a dare continuità al lavoro del compagno, ha neutralizzato quello che doveva essere uno dei punti di forza degli avversari e nei primi due chilometri ha girato su tempi simili rispetto alla corazzata dell’Europa del Nord.

Per quanto si era visto nei giorni scorsi, si sapeva che l’Italia aveva nell’ultimo chilometro il suo punto di forza. I danesi, invece, nella batteria avevano evidenziato un sinistro calo negli ultimi mille metri. Stante l’incidente avvenuto nella sfida con la Gran Bretagna, però, non vi era stato modo di avere un’altra prova di una loro eventuale tendenza a calare nel finale. Quel che potevano fare gli azzurri, dunque, non era altro che cercare di limitare il più possibile i danni prima di sfoderare il loro asso.

Come detto in precedenza, nei primi due chilometri, per merito soprattutto della partenza di Lamon e dell’ottimo lavoro di Milan, gli azzurri hanno tenuto testa alla Danimarca. Nei mille metri successivi, invece, c’è stato l’inevitabile calo. Ad ogni modo, a un chilometro dalla fine, la selezione del Bel Paese è entrata nel suo terreno di caccia con otto decimi da recuperare ai rivali. Nei giorni scorsi, i confronti parlavano sempre di una Danimarca che, a quel punto della gara, girava con oltre un secondo di vantaggio su Ganna e compagni.

In sostanza, per gli azzurri si era concretizzato quello che negli Stati Uniti chiamano “best case scenario“. A quel punto, Ganna non doveva far altro che sfruttare le sue qualità e prodursi nelle sue trenate paurose. Ciò che gli riesce meglio. I suoi compagni avevano fatto il massimo per metterlo nelle condizioni di ribaltare la sfida. Certo, otto decimi non sono pochi, ma per un fuoriclasse come Pippo sono un distacco colmabile.

Poi, c’è da considerare anche l’aspetto mentale. La Danimarca, da qualche tempo a questa parte, è abituata a chiudere le sfide con largo anticipo. Ritrovarsi a lottare dopo tre chilometri, per loro è praticamente una novità. Oltretutto, i campioni del Mondo avevano addosso la pressione di chi deve vincere a tutti i costi, mentre gli azzurri, a quel punto, non avevano più nulla da perdere. Qualcosa, chiaramente, si è inceppato nella testa di Madsen e compagni, e mentre Ganna andava sempre più forte, i danesi sono crollati verticalmente.

Foto: Lapresse

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