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Ciclismo su pista, Marco Villa: “Pensavo la Danimarca fosse inarrivabile, li abbiamo annichiliti col record del mondo”

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Marco Villa

Sono ancora vivi nei nostri occhi gli ultimi due giri della finale dell’inseguimento a squadre maschile di ciclismo su pista ai Giochi Olimpici. L’impresa azzurra a Tokyo 2020 ha folgorato gli appassionati e rimarrà nella storia degli sportivi italiani. Ganna, Consonni, Milan e Lamon entrano nell’Olimpo dopo il capolavoro siglato all’Izu Velodrome che ha steso i rivali della Danimarca.

Ne è consapevole il CT Marco Villa, che poco dopo l’esplosione di gioia dichiara: “Credevo restasse solo un sogno, ci speravo, ma dentro di me ero sempre dubbioso. Ai ragazzi non l’ho mai detto, per non demoralizzarli o instillare dubbi, ma i danesi in questi anni mi sono sembrati inarrivabili”, commenta il commissario tecnico.

Sulle sfide faccia a faccia dopo la fase di qualificazione dichiara: “Ieri è stato fondamentale, li abbiamo annichiliti con il record del mondo. Siamo partiti con la consapevolezza di non lasciarli scappare. Non potevamo dargli fiato e regalargli sicurezza. Quando sono andati avanti pensavo che avrebbero aumentato ancora, invece sono rimasti lì e quando Pippo è passato in testa allora ci ho creduto veramente”, continua Villa.

La nascita di questo storico quartetto viene da lontano: “Il primo obiettivo era arrivare a Rio, e ci riuscimmo. Nel corso degli anni il quartetto si è formato e cementato. Sapevamo di avere a disposizione ragazzi di valore come Consonni che aveva fatto secondo al mondiale su strada, ed il nostro impegno era quello di consentirgli di coltivare la doppia attività. Ci siamo riusciti tutti insieme. Qui a Tokyo l’obiettivo era vincere, ma sulla carta non era facile. Il primo che ringrazio è Scartezzini, l’abbraccio più lungo è stato con Elia Viviani. Questo per dire che tutti hanno contribuito a questo risultato per niente scontato”, conclude il CT della nazionale azzurra.

Foto: LaPresse

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