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Ciclismo su pista, Tokyo 2020. Marco Villa: “Non ci sono commenti, il tempo realizzato parla da solo: stratosferico”

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L’Italia dell’inseguimento c’è, e tocca il cielo con un dito. L’Inseguimento a squadre uomini torna sul tetto del mondo, e nel primo turno del torneo olimpico, contro la Nuova Zelanda, stampa il nuovo record (3’42″307) e completa un inseguimento di oltre 20 anni. Era, infatti, il 31 agosto del 1996 quando Adler Capelli, Cristiano Citton, Andrea Collinelli e Mauro Trentini fissavano a Manchester il limite mondiale di 4’00″958.

A distanza di 25 anni torniamo nell’albo di questa specialità che disegna anche lo stato di salute complessivo di un movimento. E all’Izu Velodrome, alla presenza del presidente Dagnoni e del Segretario Generale della FCI, l’Italia del ciclismo si conferma grande protagonista. Lo fa con i quattro moschettieri Francesco Lamon, Simone Consonni, Jonathan Milan e Filippo Ganna, magistralmente condotti da Marco Villa.

Ma il lavoro degli azzurri non è ancora concluso. Domani, alle ore 11:06 italiane scenderà nuovamente in pista per l’oro. Si troverà di fronte l’avversario più logico, quella Danimarca favorita della vigilia, ex detentrice del record del mondo, e che oggi ha combinato un mezzo disastro nella quarta batteria del primo turno. Contrapposta alla Gran Bretagna, dopo 3000 metri il primo componente del trenino danese ha travolto l’ultimo componente del terzetto britannico, in evidente difficoltà ma regolarmente in gara. Sono finiti per le terre entrambi e la gara è finita in quel momento. Data l’eccezionalità dell’evento, non previsto dal regolamento, la Giuria ha deciso di cristallizzare il risultato al momento della caduta: Danimarca quindi in finale per l’oro.

“Avevo caricato la tensione dei ragazzi soprattutto sugli ultimi 5 giri rivela un entusiasta Marco Villa in un comunicato stampa della FCI – Non ci sono commenti, il tempo realizzato parla da solo: stratosferico. Pensavo ci fossero 5 o 6 team su questi tempi. Invece c’è molto stress e gli incidenti lo dimostrano. L’attesa di 5 anni ha generato tensioni extra. Il nostro percorso è iniziato a Rio, quando mancammo la finale per una manciata di centesimi. La nostra partenza è iniziata lì”.

Sono dei ragazzi fantastici, che hanno costruito qualcosa di importante, superando anche momenti difficili. Adesso guardiamo a domani: sappiamo che ci sarà bisogno di un’altra grande prova, ma siamo abituati e consapevoli dei nostri valori”. Il pensiero di Villa va anche oltre la finale dell’inseguimento e guarda ad un’Olimpiade che si chiuderà solo sabato: “Non perdiamo la concentrazione, ricordo che poi ci sarà l’Omnium con Elia.”

Foto: Federciclismo

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