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Ciclismo su pista, un oro e un bronzo per l’Italia alle Olimpiadi. Il futuro di Ganna, l’astro nascente Milan, il tarlo della velocità

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Le Olimpiadi di Tokyo 2021, per l’Italia del ciclismo su pista, possono essere considerate un ottimo punto di partenza. Il quartetto dell’inseguimento a squadre, che ha conquistato un fantastico oro al termine di una finale stupenda con la Danimarca, è chiaramente un’eccellenza assoluta. Su tutto il resto, però, c’è da lavorare. Viviani ha colto un bronzo inaspettato nell’omnium, ma Elia non è eterno. La madison, invece, va ripensata totalmente.

Sicuramente l’aspetto positivo è che ci sono tanti corridori su cui lavorare. L’Italia del ciclismo su pista non è solo Ganna e Viviani. C’è Jonathan Milan, che non ha ancora ventun anni, ma, oltre ad essere l’ingranaggio che ha fatto fare il salto di qualità definitivo al quartetto, vanta già podi continentali nel chilometro e nell’inseguimento individuale e, in quest’ultima specialità, ha anche sfiorato un bronzo mondiale a diciannove anni.

C’è Simone Consonni, poi, che è una certezza e nell’omnium può prendere il testimone di Elia Viviani. E ci sono tanti giovani interessanti, come Gidas Umbri e Manlio Moro, oltre ai soliti veterani che sanno sempre dare il loro apporto come Francesco Lamon, fantastico tanto quanto Ganna in queste Olimpiadi, Michele Scartezzini e Liam Bertazzo. Non va dimenticato, poi, un inseguitore del rango di Davide Plebani, già bronzo mondiale, che ha appena venticinque anni e andrà ritrovato nel prossimo futuro.

Insomma, il materiale umano non manca, ora bisogna continuare a valorizzarlo. Per la madison è necessario formare una coppia che possa adattarsi a ciò che è oggi questa disciplina, ovvero una gara che premia atleti fortissimi sul passo ed in possesso di doti di endurance eccelse come Lasse Norman Hansen, Benjamin Thomas ed Ethan Hayter. Il sogno dei tifosi, chiaramente, sarebbe vedere Pippo Ganna prendere parte a quella che noi chiamiamo “Americana“. I tecnici azzurri, però, fanno sapere che il piemontese non è adatto alle gare di gruppo e, dunque, nel suo futuro non dovrebbe esserci questa specialità. Chissà, però, che non provino un altro inseguitore di assoluto rango quale il già citato Jonathan Milan.

Se sulla madison c’è margine per lavorare, però, l’intero settore della velocità, invece, è un tasto a dir poco dolente per il movimento azzurro.
La Nazione che ha dato i natali, tra gli altri, ad Antonio Maspes, Sante Gaiardoni, Valentino Gasparella, Sergio Bianchetto, Giuseppe Beghetto e Claudio Golinelli, oggi, non ha nemmeno un uomo da schierare nei grandi appuntamenti internazionali. Una tradizione del genere non può continuare ad essere bistratta in questo modo. Ci vorrà pazienza, ma la velocità italiana va assolutamente rilanciata.

Foto: Lapresse

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