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Editoriali

Dall’Europeo all’Olimpo. E’ l’anno dell’Italia: padroni dello sport, l’apoteosi di un popolo intero

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Definitivamente es el año de Italia“, titola il noto portale spagnolo Marca.com, che poi conclude l’articolo con un iperbolico “Dios es italiano“. Sì, è l’anno dell’Italia padrona del mondo e dello sport. L’Italia che l’11 luglio 2021 visse una giornata epica: prima la storica finale a Wimbledon di Matteo Berrettini, nel tempio sacro del tennis, poi gli eroi che espugnarono Wembley e si ripresero il trono d’Europa nel calcio dopo una interminabile attesa di 43 anni.

Esattamente tre settimane dopo, ecco materializzarsi la gioia infinita e totalizzante, senza eguali per chi vive di sport: la medaglia d’oro nei 100 metri. La gara regina, la più prestigiosa, sognata, desiderata, quasi il cuore pulsante delle Olimpiadi. Chi la vince diventa qualcosa in più che un semplice campione olimpico ed assume sin da subito un’aurea di leggenda. Siamo sinceri: mai nella nostra vita avremmo anche solo sognato di vedere un italiano aggiudicarsi l’oro ai Giochi nei 100. Sembrava un feudo giamaicano, americano, di sicuro un qualcosa di talmente alieno da risultare addirittura inconcepibile. Invece è incredibilmente accaduto grazie a Marcell Jacobs: che bellezza la vita.

Europei di calcio ed oro olimpico nei 100 metri nello stesso anno: non era mai accaduto in passato, l’Italia è la prima nazione (e chissà se anche l’unica…) a realizzare questa grandiosa ed indelebile impresa. Trionfi che hanno portato lustro ed onore al Paese, ma soprattutto hanno rappresentato una sorta di spartiacque tra l’oscurità e la luce. Perché in quel pallone che si insaccava in rete o in quelle falcate eleganti durate 9″80 c’era un pezzettino delle anime di tutti noi. C’erano i nostri sogni, le nostre speranze, la nostra voglia di vita, di gettarsi alle spalle il dramma della pandemia. Le apoteosi dei nostri campioni hanno riportato unione, spensieratezza, senso di normalità, il piacere di festeggiare insieme, l’incommensurabile brivido che attraversa la schiena quando ci sentiamo fieri e orgogliosi di essere nati in questo meraviglioso Paese. E la soave sinfonia di Mameli, che accompagna sul podio i nuovi signori di Olympia, sembra quasi celebrare la vittoria di un popolo intero, ostinato ed orgoglioso come nessuno, che non solo non si arrende, ma si esalta nelle avversità. Grazie Dio, perché siamo italiani.

Foto: Lapresse

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