Seguici su

Formula 1

F1, Arturo Merzario: “A Spa una cosa fatta senza nessuna logica. Se fai due giri dietro alla Safety Car non devi assegnare punti”

Pubblicato

il

Arturo Merzario è stato un personaggio, a suo modo, nella Formula 1 di un’epoca che ormai è lontana. Anni ’60 e ’70 la sua epoca, l’uomo che salvò Niki Lauda e non solo ricorda tante cose alla Gazzetta dello Sport, e lo fa col suo solito piglio. Ma con un’idea fissa: lì, a Spa, è stato fatto qualcosa di sbagliato.

Queste le sue parole: “Quello che è stato fatto non ha nessuna logica, proprio in nessun senso. Ai miei tempi per avere i punti bisognava aver fatto almeno il 50% dei giri previsti più uno. Se fai solo due giri e per di più dietro alla Safety Car non devi assegnare punti. Fare così sa tanto di modo di pararsi… Di mettersi al sicuro nei confronti di sponsor, organizzatori e soprattutto spettatori in tribuna. Si doveva andare in pista, ma di certo non assegnare punti: è questo lo scandalo che la metà basta. Vuoi dire che la gara di Spa è stata disputata e valida? Va bene, ma tutti restano a zero punti. Vorrei proprio sapere che cosa pensano di questa cosa Stefano Domenicali e ‘Le Petit Napoleon’ Jean Todt”. La replica di Domenicali è peraltro già arrivata.

Merzario ricorda anche il Fuji nel 1976, il momento in cui Lauda scese dalla Ferrari, ebbe paura e consegnò, nei fatti, il titolo mondiale a James Hunt: “Anche quel giorno aspettammo tanto prima di partire, circa quattro ore. Ma in ballo c’erano tanti aspetti, su tutti i costi del satellite, che era una novità. Ci fu una riunione: ci dissero che non c’era niente da fare, che bisognava partire, poi ognuno avrebbe fatto quel che avrebbe creduto. Niki si ritirò subito, non lo critico, non l’ho mai fatto. Secondo me ha fatto bene“.

E svela un tratto, per la verità intuibile, di Enzo Ferrari: “Ai tempi se dicevi al Grande Vecchio che non avresti corso perché pioveva ti avrebbe mandato a c….e. E mica solo lui, anche Abarth, o quelli della Ford. Io e Chris Amon una volta a Brands Hatch abbiamo corso sotto la neve, altroché pioggia“.

Foto: LaPresse

Clicca per commentare

Tu cosa ne pensi?

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Pubblicità

Dalla Home

Pubblicità

Facebook

Pubblicità