Artistica
Ginnastica, chi meritava il Premio Eleganza alle Olimpiadi? Le linee di Andrade, la bellezza di Melnikova. Ma Ferrari…
Il Premio Eleganza è un grande classico dei Mondiali di ginnastica artistica e viene conferito al ginnasta e alla ginnasta che incarnano al meglio questo concetto così arbitrario e soggetto a un giudizio umano molto variegato, non omogeneo e non oggettivo. Si tratta di uno dei riconoscimenti prestigiosi più ambiti, conferito dalla Longines (nota azienda di orologi di primissima fascia) e che porta con sè anche una somma in denaro.
Alle Olimpiadi di Tokyo 2021, però, non è stato assegnato. Il motivo è molto semplice: ai Giochi non sono ammessi sponsor che non siano quelli tecnici e dunque il premio non può avere luogo. Lo rivedremo a ottobre ai Mondiali, tra l’altro sempre in Giappone. Ma a chi sarebbe stata assegnata la palma di più elegante se fosse stato possibile nominare qualche atleta? Proviamo a metterci nei panni dei giudici e a fare questo giochino.
Tra le donne è piaciuta molto la brasiliana Rebeca Andrade: belle linee, molto fine, morbida negli esercizi, decisamente artistica e con alle spalle tre rotture del crociato, sarebbe stato anche un premio alla caparbietà. La bellissima russa Angelina Melnikova parte spesso in pole position per questo tipo di riconoscimenti (lo vinse nel 2018), mentre la francese Melanie De Jesus Dos Santos si impose nel 2019 ma a questi Giochi non ha nel complesso convinto. Poteva essere presa in considerazione la statunitense Sunisa Lee, campionessa all-around e indubbiamente dotata di un giusto connubio tra eleganza e artisticità. Non siamo patriottici se affermiamo che quando inscenato al corpo libero da Vanessa Ferrari avrebbe potuto meritare il premio. La belga Nina Derwael, splendida trionfatrice alle parallele, è un po’ troppo bistrattata.
Al maschile sarebbe stata gradita la nomina del giapponese Daiki Hashimoto, piaciuto su tutto il fronte: ginnisticamente ed esteticamente è stato impeccabile. A Stoccarda si era imposto lo statunitense Sam Mikulak, il ribattezzato “Bello della ginnastica”.
Foto: Lapresse