Editoriali
Italia, è un’Olimpiade da 10. Record di medaglie: azzurri simbolo di un Paese piagato, ma non piegato
E’ un’Italia da 10. “E’ la miglior Olimpiade di sempre“, ha dichiarato deciso il presidente del Coni Giovanni Malagò. Dipende cosa si intende con l’aggettivo ‘migliore’. Per numero complessivo di medaglie, nessun dubbio che lo sia stata: con 40 allori (10 ori, 10 argenti, 20 bronzi) è stato stracciato il record di 36 ottenuto a Los Angeles 1932 e Roma 1960. Per il peso delle vittorie, di sicuro è stata una edizione senza eguali, forse addirittura irripetibile: nulla ha più valore di un oro nei 100 metri piani, la gara regina in assoluto dei Giochi. Non è stata però la migliore per il numero di ori, che a Los Angeles 1984 furono ben 14 (agevolati però dal boicottaggio dell’Unione Sovietica), ma anche 13 ad Anversa 1920, Roma 1960, Atlanta 1996 e Sydney 2000.
L’Italia si è confermata a testa alta tra le potenze mondiali. dimostrando un eclettismo raro. Ha conquistato almeno una medaglia tutti i giorni dal 24 luglio all’8 agosto: non era mai accaduto. Come non si era mai verificato che addirittura 19 sport mettessero nel carniere almeno un podio. Inoltre l’età media generale della spedizione è piuttosto bassa, dunque esistono i presupposti quantomeno per confermarsi a Parigi 2024, se non per provare a spingersi addirittura oltre.
Il Bel Paese si è confermato tra le top10 del medagliere per la settima volta consecutiva. In realtà in passato è accaduto solo in quattro circostanze che l’Italia non rientrasse tra le magnifiche dieci: Stoccolma 1912 (undicesima), Città del Messico 1968 (tredicesima), Montreal 1976 (quattordicesima), Barcellona 1992 (dodicesima). Il decimo posto di Tokyo 2020, purtroppo, è però anche il piazzamento peggiore dell’ultimo trentennio: a parità di ori con Olanda, Francia e Germania, e con un numero complessivo di medaglie superiore rispetto alle tre nazioni citate, gli azzurri sono finiti dietro a causa del totale di argenti. Un finale beffardo, perché l’Italia è la settima nazione a Tokyo per podi totali ed avrebbe meritato il medesimo piazzamento anche nel medagliere tradizionale.
Se ripensiamo allo scorso 31 luglio, il bottino odierno appariva francamente impensabile anche per il migliore degli ottimisti. Con appena 2 ori incassati nei primi otto giorni, storicamente i più favorevoli, si temeva che l’Italia potesse realmente sprofondare. Poi è arrivata l’atletica ed il vento è cambiato. Proprio nella disciplina che più aveva patito negli ultimi due decenni, gli azzurri si sono scatenati con la bellezza di 5 ori epocali. Il successo di Marcell Jacobs, in particolare, ha rappresentato uno spartiacque per l’intera spedizione. Che un italiano diventasse l’uomo più veloce del mondo era impossibile anche solo da sognare. Il suo trionfo è stato fonte di ispirazione, ha insegnato che davvero nulla è impossibile se si insegue con passione, coraggio, sacrifici e dedizione. Così, sulle orme dell’italo-americano, sono poi maturati anche i trionfi di Massimo Stano, Antonella Palmisano e della 4×100. E tornando alle parole del presidente Malagò, anche in questo caso dobbiamo ammettere che mai in passato si era fatto meglio, perché oltre al mero numero di allori occorre valutare il contesto in cui maturano e la risonanza internazionale che generano.
Come logico che sia in ogni Olimpiade, non sono mancate le note stonate. Nel 2012 e 2016 l’Italia aveva ottenuto 5 dei suoi 8 ori complessivi (dunque il 62,5%) da scherma e tiro: questa volta le due grandi miniere storiche sono rimaste a secco e ciò aumenta ulteriormente la caratura dell’impresa compiuta per arrivare a quota 10. Scherma, tiro a volo e tiro a segno andranno assolutamente ritrovate in vista di Parigi 2024: un passaggio a vuoto, prima o poi, era da mettere in conto, perché nulla è eterno; dalle sconfitte è doveroso trarre gli insegnamenti per imboccare una strada nuovamente vincente, come testimonia la storia recente della Nazionale italiana di calcio.
Non si può negare poi il rendimento fallimentare degli sport di squadra: nessuna selezione è riuscita a spingersi oltre i quarti di finale. Se in alcuni casi è inevitabile parlare della fine di un ciclo (pallavolo maschile e pallanuoto), in altri è evidente che siano stati commessi errori gravi, perché il potenziale era anche da medaglia d’oro (pallavolo femminile). Promossi invece i ragazzi del basket, bravi a riportare finalmente l’Italia ai Giochi dopo oltre tre lustri, così come vanno applaudite le azzurre del softball, da anni leader in Europa. Di sicuro l’Italia non è più la nazione di riferimento negli sport di squadra come lo era stata negli anni ’90 e ’00, tuttavia si conferma anche l’incredibile idiosincrasia con le Olimpiadi: sono appena 5 gli ori conquistati in 126 anni, di cui ben 4 nella pallanuoto (ed uno nel calcio risalente al 1936…).
Non sappiamo dunque se sia stata o meno l’Olimpiade migliore di sempre, proprio perché sono svariati e soggettivi i criteri da utilizzare per affermarlo. Di sicuro è stata una Olimpiade da 10 per l’Italia. 10 come il decimo posto nel medagliere, i 10 ori (gli stessi di Tokyo 1964…) ed il voto che merita lo sport azzurro per come ha fatto sognare un popolo intero. E’ un’Italia che ci ha fatto piangere di gioia, che ha ottenuto dei risultati straordinari nonostante le innumerevoli problematiche affrontate in sede di preparazione a causa della pandemia. E’ stata il simbolo di un Paese piagato, ma mai piegato. Nella magica estate azzurra abbiamo vissuto prima il trionfo degli Europei di calcio, poi dei Giochi meravigliosi. Il mondo ci invidia. In Inghilterra non si danno pace, in Spagna non hanno potuto che rassegnarsi ed affermare che “definitivamente es el año de Italia“. Perché i numeri contano, ma in fondo la vita è emozione. E per questo, lasciando a voi la risposta se veramente sia stata la migliore di sempre, di sicuro per noi è stata una memorabile Olimpiade da 10.
Foto: Lapresse
OLIMPIONICO
8 Agosto 2021 at 19:30
Bellissimo articolo. Non mi ripeto con i commenti gia ‘ pubblicati in altri punti. A PARIGI speriamo in un Nuoto con Paltrinieri, Quadarella in forma ed un paio d’ altri, in grado di vincere. Qualcuno rimpiange la Pellegrini ? No: in tre Edizioni dei GIOCHI zero Medaglie. Vorremmo invece una nuova Vezzali vista la debolezza di Errigo e compagne. Speriamo anche che qualcuno si sostituisca a Montano. Nel Tiro con l’ Arco occorrono tre Nespoli o un nuovo Galiazzo: la mancata qualificazione della Squadra Maschile denota l’ insufficienza dei suoi compagni. Le fantastiche Farfalle della Ritmica hanno dato una risposta potente al caporalmaggiore che anni fa le defini’ “ballerine fallite”. Nel Pentathlon Moderno, geniale invenzione dell’ eccelso DE COUBERTIN, andrebbe abolita la regola del sorteggio dei cavalli per il Salto ad Ostacoli.
Gabriele Dente
8 Agosto 2021 at 16:01
Caro Federico, innanzitutto ringrazio te e la redazione per lo stupendo lavoro fatto. Ma tu forse ricordi con quanto interesse e affetto vi seguo da sempre.
Nell’eterna disputa “meglio più ori o più medaglie?”, mai come questa volta si può dire che il nostro è un finto decimo posto. Avere lo stesso numero di ori, e per di più un numero totale maggiore di medaglie, non ci pone dietro alle altre tre Solone avere uno o due argenti in meno, secondo me, ma quantomeno allo stesso livello.
Se poi consideriamo anche i piazzamenti direi che l’Italia è andata anche meglio delle altre, forse Germania a parte.
Se sia stata la migliore olimpiade non lo so, fortunatamente abbiamo tante belle edizioni tra cui scegliere. Diciamo che senza la sfortuna che secondo me ci ha privato di qualche oro certo (malattia di Greg e assurde contrarietà nel canottaggio), sicuramente staremmo celebrando la migliore edizione di sempre senza alcun dubbio ?
A presto!
Gabriele Dente
8 Agosto 2021 at 16:02
Solone=solo perchè
Sasha
8 Agosto 2021 at 12:43
Condivido l’analisi. Brucia tantissimo esser stati superati sul filo di lana dai francesi, la “mia Russia” in questa due giorni non ci ha dato una mano, ma per un niente si poteva anche essere settimi nel medagliere. Purtroppo è mancata la ciliegina sulla torta e questa domenica ha un po’ un retrogusto amaro, non solo per la conclusione dei giochi. Sicuramente abbiamo pagato l’esserci presentati ai due giorni conclusivi senza nessuna squadra in ballo per le medaglie, quindi siamo rimasti a sperare che i concorrenti diretti venissero sconfitti, ma è andata male. Sicuramente gli sport di squadra sono l’unica nota dolente di questa spedizione ( tiro e scherma sotto tono ma almeno qualcosa al carniere hanno portato). Si può tranquillamente parlare di disastro, in parte annunciato. L’eccezione è rappresentata dal basket maschile, che ha ottenuto una splendida qualificazione e ha disputato un buonissimo torneo, anche se con un pizzico di precisione in più dall’arco contro i francesi, forse si sarebbe potuta fare medaglia. Il punto più basso il volley femminile, una squadra senza mordente, alla fine sopravvalutata. C’è molto da rifondare. Bisognerebbe anche diventare competitivi in sport come la pallamano o l’hockey su prato, dove, con una buona programmazione ci si potrebbe inserire nel giro medaglie, ma per questo occorre valorizzare questi sport anche a livello scolastico per esempio e occorre tempo. Il basket e il volley sono sport splendidi, decisamente più belli dei primi due, ma c’è una grande concorrenza e portare a casa una medaglia è un’impresa, e quasi lo è anche qualificarsi. Bisogna iniziare a pensare in chiave olimpica a 360° anche per gli sport di squadra come si sta facendo per quelli individuali. Per Parigi servirà confermarsi a livello individuale e ritornare protagonisti con le squadre. Spero che l’atletica, fino a questa edizione la cenerentola, possa diventare trainante. Occorre ampliare il bacino di atleti di punta, basta poco per ritornare nella mediocrità. In ultimo complimenti per il lavoro che avete svolto.
Federico Militello
8 Agosto 2021 at 15:33
Carissimo, ho il tuo stesso retrogusto amaro, sia per la Francia sia, soprattutto, per la conclusione delle Olimpiadi che tanto mi ricorda la tristezza dell’ultimo giorno di scuola al liceo.
Ti ringrazio per i complimenti.
Un saluto sportivo