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La storia del calcio alle Olimpiadi

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Sono da poco cominciati i giochi Olimpici e diverse domande potrebbero sorgere. Quale è stato e quale è tutt’ora il rapporto tra uno sport importante come il calcio e le Olimpiadi? Si tratta, come vedremo in quest’articolo, di un rapporto molto duraturo, ma anche abbastanza complesso, potremmo dire controverso. Un rapporto segnato anche dall’invenzione della Coppa Rimet, attuale coppa del Mondo, nel 1930, che ha spostato le attenzioni su una competizione molto particolare.

Storia delle Olimpiadi

Per chi non lo sapesse, le Olimpiadi rappresentano la competizione sportiva più importante e più antica per quanto riguarda affluenza di pubblico, squadre, atleti e sport. La storia di questa competizione, proprio come quella dei Mondiali, è stata da sempre segnata da fattori politici e geografici. Si tratta, comunque sia, di fenomeni sociali unici nel loro genere, che coinvolgono milioni di tifosi in tutto il Mondo.

La vera e propria istituzione dei Giochi Olimpici risale addirittura al periodo classico, in Grecia per la precisione. Le prime ufficiali testimonianze storiche risalgono al 776 a.C.: in quella competizione si affrontavano in maniera sistematica atleti che erano specializzati in diverse discipline, come la lotta libera, la corsa e anche il lancio del disco. Successivamente, anche i romani e gli etruschi adottarono la stessa competizione, fino a quando questa sparì del tutto fino al più recente 1896. È questa la data delle prime Olimpiade di epoca moderna.

I giochi Olimpici si svolsero ad Atene, mentre qualche anno più tardi, nel 1924, si tennero le olimpiadi invernali in Francia, con diversi atleti impegnati in competizioni e sport quali scii e quant’altro. Da quella data, i giochi olimpici si svolgono ogni quattro anni.

Calcio alle Olimpiadi: competizione attuale e appeal

Per quanto riguarda la competizione attuale, il torneo è strutturato su quattro gironi da quattro squadre ciascuno, per un totale di 16 squadre. Queste saranno impegnate fino al 7 agosto. A causa della pandemia, alcune regole sono state leggermente cambiate: per esempio, il numero di giocatori convocabili è stato ampliato a 22, con la possibilità di portare in distinta fino a 18 giocatori prima del match. Da segnalare che è previsto anche il torneo femminile, composto da tre gironi formati da quattro squadre ciascuno.

Senza dubbio, possiamo dire che l’appeal della competizione è sicuramente ancora oggi molto vivo. Basti pensare al fatto che la stessa attenzione dei bookmaker è oggi molto accesa sulla competizione: l’interesse generale degli amanti di questo sport, non poteva fermarsi dinanzi ad una competizione così importante.

D’altronde, anche dando uno sguardo alle squadre che partecipano alla competizione ora in corso e ai nomi di alcuni giocatori, si può ben comprendere il livello della competizione. Sono attualmente impegnate squadre come il Giappone, in qualità di Paese ospitante, Francia, Spagna, Germania, Brasile, Egitto, Costa d’Avorio, Romania, Sudafrica, Argentina, Messico, Arabia Saudita, Australia, Honduras e Corea del Sud.

Tra i giocatori attualmente impegnati troviamo, invece, talenti del calibro di Dani Alves, Richarlison, Paulinho; Gignac, Thauvin, Pembelè; Amiri, Dani Seballos, Asensio e così via. Insomma, si tratta di una competizione di assoluto valore.

Il calcio alle Olimpiadi: storia di contrasti

Ma quale è stata la prima volta ufficiale del calcio alle Olimpiadi? Parliamo di una storia molto controversa e particolarmente contorta. Nel 1896 già si disputarono alcune partite di calcio, anche se ufficialmente soltanto nel 1900 il calcio venne inserito nella competizione, ma all’epoca si affrontavano squadre di club. Inizialmente, la FIFA non riconosceva come ufficiali quelle partite.

Sarà solo nel 1908 la svolta, quando si sfidarono per la prima volta le squadre Nazionali di vari Paesi al mondo. Soltanto nel 1920, però, vennero ospitate per la prima volta delle Nazionali extraeuropee: in particolare, partecipò l’Egitto nell’edizione che si tenne ad Anversa.

Negli anni successivi la competizione vide la presenza di nazionali come quella dell’Uruguay, Cile, Messico, Turchia, Usa e Argentina. Durante gli anni Trenta si tenne anche una querelle storica tra FIFA e organizzazione CIO: la prima pretendeva che partecipassero squadre professionistiche, non solo dilettantistiche. È da lì che poi, davanti al diniego del CIO, si decise per l’istituzione della coppa del Mondo.

Nel 1936 arrivò il primo ed unico successo dell’Italia, grazie alla vittoria contro l’Austria in finale. Seguiranno anni particolari, fatti di contrasti e soprattutto di tante polemiche. Sarà nel 1984 che ufficialmente cadde il divieto per i calciatori professionistici di poter partecipare alle Olimpiadi: venne stabilito, successivamente, che le rose delle nazionali dovessero essere composte da giocatori Under23, con la possibilità di schierare fino a tre fuoriquota.

Come abbiamo potuto vedere, la storia del calcio alle Olimpiadi è sempre stata portatrice di emozioni contrastanti. Le due grandi realtà, ovvero lo sport più praticato e noto al mondo e la competizione mondiale più importante storicamente per quanto riguarda lo sport in generale, hanno sempre avuto difficoltà ad andare “d’accordo”. D’altronde, lo stesso Comitato Olimpico Internazionale aveva avuto dubbi fino all’ultimo nel 1912, quando si decise poi ad accettare anche il calcio tra gli sport olimpici.

La nascita del Mondiale nel 1930 non poteva cancellare l’interesse di uno sport così popolare: il calcio non poteva rimanere fuori dalle Olimpiadi. Allora si cominciò a cercare una soluzione che potesse far contenti tutti, ma garantendo comunque il rispetto del dilettantismo, il quale doveva essere garanzia di spirito amatoriale. La storia delle Olimpiadi, per quanto riguarda il calcio, è stata anche contornata da situazioni molto controverse, quali per esempio la presenza di dilettanti “non dilettanti” dell’Europa dell’Est.

Molti giocatori di fama mondiale non vi hanno mai giocato: parliamo di fenomeni come Di Stefano, Maradona, Pelé e i più recenti Ronaldo e Messi.

L’Italia è stato in Paese che ha raccolto abbastanza poco, rispetto al suo valore. Basti pensare al fatto che ha conseguito soltanto un oro, nel 1936, a Berlino: si parla dell’impresa dei ragazzini di Vittorio Pozzo. Successivamente, si sono registrati soltanto due bronzi nel 1928, ad Amsterdam, e ad Atene nel 2004. Alle attuali Olimpiadi la Nazionale italiana di calcio non è riuscita a qualificarsi, a causa dei risultati negativi dell’Under 21. Si spera che possa farlo per le prossime.

Foto: Olycom LaPresse

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