Ciclismo
Mountain Bike, i Mondiali di Val di Sole resteranno nella storia nonostante le prove opache degli azzurri nelle gare Elite
Il contingente azzurro non ha brillato ai recenti Mondiali casalinghi di Mountain Bike di Val di Sole 2021. Nelle gare giovanili sono arrivate le belle medaglie di Juri Zanotti nel cross country maschile U23 e di Sara Cortinovis nel cross country femminile juniores. Nelle prove Elite, però, l’Italia non ha conquistato nemmeno una top-5 tra cross country e downhill. In particolare, i risultati più deludenti sono arrivati dal cross country maschile, ove gli azzurri, che nelle ultime rassegne iridate avevano sempre lottato per il podio, non hanno piazzato nemmeno un uomo nei primi quindici.
Ad ogni modo, al netto delle difficoltà degli atleti di casa, Val di Sole è stato un Mondiale che resterà nella storia della mountain bike e di cui l’Italia deve andare fiera. L’organizzazione, come sempre, è stata impeccabile e i tracciati di downhill e cross country si sono confermati tra i più spettacolari in circolazione. Dopodiché, ci sono state alcune gare che sono destinate a essere ricordate per sempre.
La battaglia tra Nino Schurter e Mathias Flueckiger nel cross country maschile, ad esempio, è già oggi un pezzo di storia della disciplina in questione. Schurter, con questo trionfo giunto contro pronostico, ora può dire di essere stato sia il più giovane che il più vecchio a vincere un titolo iridato nel cross country. Nino, che qui aveva vinto il Mondiale tra gli U23 nel 2008, aveva conquistato la sua prima maglia con l’effigie dell’arcobaleno, tra i grandi, nell’ormai lontano 2009.
E poi c’è l’affresco dipinto da Greg Minnaar nella downhill. Il sudafricano, quarant’anni il prossimo 13 di novembre, il suo primo titolo iridato lo aveva vinto addirittura diciotto anni fa, nella rassegna iridata di Lugano 2003. Già nel 2020 Minnaar era tornato al successo in Coppa del Mondo, interrompendo un digiuno che durava dal 2017. Questo trionfo, però, ha un sapore differente e lo proietta, definitivamente, tra gli immortali non solo della downhill, ma dello sport in generale.
Foto: LPS