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Nuoto di fondo, Gregorio Paltrinieri esempio di vita. Più forte del destino e della mononucleosi

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Quando tutto sembrerà girare storto, quando la sfortuna sembrerà accanirsi contro, quando il destino riserverà eventi avversi basterà pensare a quello che ha fatto Gregorio Paltrinieri in questi giorni per trovare le forze per affrontare le tante difficoltà che spesso scandiscono la vita di tutti noi.

Aveva preparato un programma incredibile, Gregorio Paltrinieri, con 800 e 1500 in piscina e 10 km in acque libere, poi, dopo le cinque medaglie degli Europei di maggio, il contrattempo che non ti aspetti, che non puoi nemmeno mettere in conto. Una malattia che avrebbe abbattuto un elefante e al cospetto della quale Gregorio Paltrinieri si è spezzato ma non piegato: la mononucleosi.

Sembrava tutto finito o quasi, sembrava impossibile affrontare gare così faticose con un virus che ti logora e invece martedì scorso, in batteria Paltrinieri ha chiaramente faticato ma non è crollato. Non è mai riuscito a trovare il passo giusto, ha impostato una gara diversa dal solito, senza il consueto arrembaggio iniziale e ha sofferto fino all’ultima bracciata che gli ha permesso di conquistare per un soffio una corsia in finale ed è stato proprio questo, probabilmente, a far scattare qualcosa nella testa del Greg Nazionale e la testa, si sa, ha la capacità di far ripartire anche il fisico, seppur provato.

Il resto è storia, quasi leggenda. L’argento negli 800, il quarto posto con un pizzico di amaro in bocca nei 1500 e oggi una splendida rimonta nella 10 km. Già, perché non fossero bastate le difficoltà della vigilia, Paltrinieri dopo un paio di km nella gara in acque libere si è trovato a 40″ dal tedesco Wellbrock che ha deciso di rischiare ed ha avuto ragione. Paltrinieri non si è perso d’animo e, con altrettanto coraggio, si è preso la responsabilità di una rincorsa difficilissima, portata a termine a tre km dal traguardo. Il bronzo è tutto tranne che un successo mancato.

Paltrinieri è il classico esempio da seguire. Affrontare i problemi senza piangersi addosso, accettare le sfide senza paura che ti possa crollare il mondo addosso. La storia di Gregorio Paltrinieri in questi giorni andrebbe fatta studiare prima di tutto agli alunni delle scuole, dall’asilo alle superiori. Meno scuse, meno vittimismo e più “paltrinierismo”: potrebbe essere la ricetta giusta per il futuro dello sport italiano.

Foto Lapresse

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