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Nuoto, Federica Pellegrini: “Nel 2020 sarei stata da medaglia. Io a Sanremo? Mi pare un po’ ambizioso”

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Federica Pellegrini sta entrando nell’ultimissima fase della sua carriera agonistica. La veneta, nell’intervista al Corriera della Sera, ha ripercorso gli ultimi anni e come è arrivata all’addio. La campionessa azzurra ha parlato di Tokyo e di come nel giro di un anno gli obiettivi olimpici siano cambiati per lei: “Se l’Olimpiade fosse stata nel 2020, dopo i Mondiali vinti l’anno prima, l’obiettivo sarebbe stato una medaglia. Però dopo sei settimane di lockdown, il Covid, un anno in più, gli obiettivi sono cambiati. Non ne ho fatto un dramma, anche perchè nell’ultimo anno il mio corpo mi ha dato dei segnali. E’ arrivata la consapevolezza che sarebbe stata l’ultima stagione. Non sarei riuscita a chiedergli di più”.

Un momento del ritiro che non è mai facile per campioni come Federica, ma è proprio lei stessa a spiegare come ha capito di dover dire basta: “Potevano esserci vari modi per arrivare all’addio. Per un infortunio grave ed era quello che speravo non accadesse, attraverso un logorio per anni magari senza risultati, oppure da un secondo all’altro come se si spegnesse la luce. E’ stato un momento particolare ed ho capito che avevo dato tutto a questo sport”.

Pellegrini tornerà in acqua a Napoli per la ISL: “Mi aiuterà nel passaggio. Intanto è divertente, si gareggia in squadra e per noi nuotatori che siamo sempre soli è una bella novità. Fino a novembre, se si va ai playoff, potrò godermi il gruppo”.

Il futuro di Federica è anche all’interno del CIO, visto che è stata eletta in commissione atleti: “A fine mese sceglierò in che commissione lavorare. I temi sono tanti, il doping è uno dei più difficili, ma la rincorsa ad uno sport pulito è da sempre una mia battaglia”.

Nelle ultime Olimpiadi si è parlato molto dei problemi di Simon Biles e della pressione mentale che gli atleti hanno. Un tema molto caldo per Federica: “E’ uno dei temi più sottovalutati. Chiedere aiuto psicologico è visto come una debolezza, ma non è così. Pochi capiscono lo stress psico-fisico di un atleta alle Olimpiadi. Molti aspettano un tuo errore ed è la parte che fa più rumore, sono in pochi quelli che ti vogliono bene. E’ giusto parlarne ed è fondamentale inserire uno psicologo in squadra, anche nel nuoto”.

Il futuro potrebbe essere ancora in televisione, con il Festival di Sanremo all’orizzonte: “Italia’s Got Talent mi ha aiutato sapere di essere portata a fare anche altro. Noi nuotatori siamo convinti di sapere solo nuotare. Ho letto di Sanremo, ma non so nulla. Da zero al Festival mi sembra un po’ ambizioso”.

Chi sarà l’erede di Federica Pellegrini? :”Le due più forti sono Simona Quadarella e Benedetta Pilato. Simona ha davanti un mostro come Ledecky, ma deve crederci. Benedetta ha avuto un’Olimpiade difficile in una gara che non sente ancora sua, ma ha solo 16 anni. Nei 200 stile non c’è nessuna purtroppo”.

Foto: LaPresse

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